Fermarsi ad Arles….

Tre giorni nella cittadina francese per una full immersion tra arte e natura, respirando profumi di Spagna
Scritto da: gildam21
fermarsi ad arles....
Partenza il: 07/05/2014
Ritorno il: 09/05/2014
Viaggiatori: due
Spesa: 500 €
Volendo visitare la Provenza, una sosta ad Arles è d’obbligo. La città è di origini che risalgono alla preistoria e fu abitata nel corso dei secoli da popolazioni di etnia celto- ligure, che la chiamarono Ar-Lath (luogo davanti paludi). A partire dal VI sec. AC i coloni greci provenienti da Marsiglia vi crearono una base fluviale sul Rodano chiamata Theline, destinata alla commercializzazione dei loro prodotti nelle terre del nord ed infine, determinante per il definitivo sviluppo della città, fu la fondazione, nel 46 A.C., di una colonia, voluta da Giulio Cesare, come ringraziamento ai soldati della VI Legione, che lo avevano sostenuto nella lotta vittoriosa contro Pompeo durante l’assedio di Marsiglia. Da allora e per i successivi quattro secoli Iulia Paterna Arelate divenne una città importante della romanità e si arricchì dei principali monumenti che si possono ammirare ancora oggi e che l’Unesco protegge come Patrimonio dell’Umanità.

Potendo disporre di due o tre giorni per la visita della città, è preferibile prendere alloggio all’interno delle mura dove sono disponibili sistemazioni per ogni esigenza. Noi consigliamo l’Hotel Acacias, situato subito dopo aver varcato la cinta muraria e poco distante dalla bellissima passeggiata pedonale sulle sponde del Rodano. Si tratta di un piccolo albergo completamente ristrutturato, dotato dei principali conforts e con un buon rapporto qualità/prezzo.

La città è visitabile a piedi, volendo si possono seguire le indicazioni poste sul selciato che segnalano quattro itinerari diversi ed intersecabili: Arles Antica, Medioevale, Rinascimentale e Barocca ed infine l’itinerario Van Gogh, il grande pittore, infatti, soggiornò per oltre un anno ad Arles ritraendone scorci che appaiono nei suoi quadri più famosi.

Dirigendosi verso il centro si incontra subito l’Arena (les Arénes), il grande anfiteatro risalente al I secolo DC ed utilizzato in epoca romana per spettacoli gladiatori e di lotta contro le bestie feroci. Nel Medioevo avvenne la sua trasformazione in fortezza, con la costruzione di torri di guardia, tuttora visibili, ed, al suo interno, di abitazioni civili e chiese. Tale assetto rimase invariato fino alla metà del 1800 quando l’Arena fu riportata allo stato originario e destinata a spettacoli di corrida provenzale, tradizione di origine spagnola ancora oggi molto in voga in alcune regioni del Sud della Francia.

Les Arénes sono sicuramente il monumento più famoso e meglio conservato di Arles, un restauro recente ha rimesso in luce il pallido calcare marino della costruzione originale. E’possibile visitarle e salire su una delle torri di guardia per godere di un bel panorama sulla città ed è suggestivo ammirarle in versione notturna grazie ad una sapiente illuminazione. L’ingresso è a pagamento, particolarmente conveniente è l’acquisto di un biglietto multiplo (disponibile all’ingresso di ogni monumento) che consente l’accesso a scelta fra 4 attrazioni su 9 e ad un museo su 2 , costa 9 euro ed è valido un mese.

Proseguendo verso il centro si giunge a Place de la Republique, ampia ed elegante, che raggruppa in sè edifici di varie epoche come la Cattedrale di St. Trophime (XII sec.), capolavoro del romanico provenzale, famosa per il suo portale fittamente scolpito con scene del Giudizio Universale e dell’Antico e Nuovo Testamento. Molto interessante è anche il Chiostro (XII-XIV sec.) poco distante, il cui restauro sta per essere ultimato. Si possono ammirare inoltre: l’Hotel de Ville (il municipio), di epoca rinascimentale, sul quale svetta la torre medioevale sormontata da una strana banderuola dorata e l’imponente fontana arricchita da un obelisco proveniente dalla spina, la barriera divisoria intorno alla quale ruotavano i carri durante le corse allo Stadium Romano, i cui pochi resti sono visibili in prossimità del Museo Dipartimentale di Arte Antica.

Un’ultima attrazione, che completa Place de la Republique, è il Cryptoportico, al quale si accede dall’Hotel de Ville e consiste in una galleria sotterranea a forma di U, giunta intatta fino ai noi dall’epoca romana. La costruzione, oltre a colmare il dislivello del terreno che permise l’edificazione in piano della piazza del mercato di uno dei fori (Arles sorgeva su una collina), fungeva da magazzino delle derrate.

Poco distante da Place de la Republique si trovano i resti del Teatro Romano, visibile anche dall’esterno (è cinto da una cancellata), ma purtroppo in cattive condizioni di conservazione poichè utlilizzato, come altri monumenti risalenti alla dominazione romana, come cava di pietra per costruzioni successive.

Infilandosi nel dedalo di stradine lastricate in pietra e fiancheggiate da bei palazzi barocchi e rinascimentali, si raggiunge Place du Forum al centro della quale svetta la statua di Frédéric Mistral, grande scrittore, poeta e filologo della lingua provenzale, al quale fu assegnato il Premio Nobel per la letteratura nel 1904. L’importanza della piazza è dovuta al fatto di trovarsi nel sito di uno degli antichi fori del quale conserva, inglobati nella facciata di un palazzo, una colonna ed un frammento di frontone appartenenti al colonnato. E’ una piazza molto bella da vedersi alla sera perchè è animata da vari ristoranti, fra di essi spicca il famoso ristorante che il grande pittore ritrasse in un quadro: “Le café le soir”, celeberrimo per l’uso magistrale del giallo e del blu.

Proseguendo verso il Rodano si arriva alle Terme di Costantino. L’edificio risale al IV secolo, epoca in cui l’Imperatore trascorse lunghi periodi ad Arles, che in suo onore cambiò nome in Costantinia e divenne una della città più importanti dell’impero, sede di una delle quattro zecche imperiali. Le terme un tempo occupavano un’area di circa 3700 mq., oggi si limitano ad un’estensione molto ridotta e rimangono quasi soffocate dai palazzi circostanti. Dall’esterno è ben visibile l’alta parete curva che delimitava il “tepidarium”, noi consigliamo comunque la visita soprattutto per leggere le paline informative poste all’interno, che descrivono in modo chiaro il funzionamento di uno stabilimento termale in epoca romana e permettono farsene concretamente un’idea.

Molto interessante è infine il Museo Dipartimentale di Arte Antica (fuori dalle mura) dedicato all’evoluzione storica, artistica e culturale di Arles dalla preistoria fino al V-VI sec. DC. Le sue attrazioni principali, frutto di recenti ritrovamenti nelle acque Rodano, sono lo chaland, una chiatta per il trasporto fluviale di epoca romana, perfettamente restaurata, lunga oltre 30 mt. e completa del suo carico e delle vettovaglie di bordo, ed un busto attribuito quasi con certezza a Giulio Cesare, che colpisce per la sua intensità espressiva. Oltre a questi reperti il museo è ricco di statue di epoca imperiale, mosaici e sarcofagi scolpiti in modo magistrale provenienti da Les Alyscamp, la necropoli risalente all’ epoca romana e poi paleocristiana, che si trova alle porte della città. Da non dimenticare infine i modellini che ricostruiscono i vari monumenti, alcuni ancora visibili ed altri ormai scomparsi o in cattivo stato di conservazione, come il ponte di barche sul Rodano e l’industria molitoria di Barbegal.

Les Alyscamps è un termine provenzale che deriva dal latino: l’aldilà per gli antichi romani erano appunto i Campi Elisi e, lasciando Arles, una sosta per visitare la necropoli, citata anche dal sommo Dante Alighieri nella Divina Commedia, è d’abbligo. E’ un luogo di silenzio e di raccoglimento, caratterizzato da un lungo viale alberato fiancheggiato da sarcofagi, al temine del quale si trova Saint Honorat, una chiesa abbandonata. Durante il percorso si potrà ammirare anche una copia del dipinto che li ritrae, eseguito da Van Gogh. Da segnalare che da questo luogo inizia la Via Tolosana, uno dei Cammini per Santiago de Compostela.

Appena fuori dalla città conviene seguire i cartelli che indicano la statale in direzione di Les Saintes Maries de la Mer, la cittadina della Camargue sede del raduno annuale dei gitani..

Durante il percorso, che dura una trentina di minuti, si attraverserà la zona degli stagni dove sarà possibile fare bird watching, ammirando le numerose specie di uccelli lacustri che vivono e si riproducono nell’area. La strada è fianchegggiata da fattorie che praticano l’allevamento dei cavalli e dei famosi tori della Camargue, molte delle quali ora si sono riconvertite in agriturismi ed hotels frequentati da turisti che provengono da ogni parte d’Europa per ammirare la natura particolare del luogo e fare passeggiate a cavallo. Giunti alle Saintes Maries, dopo aver fatto una piacevole passeggiata sul lungomare, potrà essere interessante una visita alla chiesa fortezza dedicata alle Sante: Maria Salomé e Maria Jacobé. Secondo la leggenda, dopo la morte di Cristo, le due donne, parenti del Redentore, furono costrette a lasciare la Palestina e l’imbarcazione che le trasportava fece naufragio proprio sulla costa della Camargue, le accompagnava la serva Sara, rappresentata con la pelle scura e venerata dagli zingari come loro patrona. La chiesa, interessante per la sua struttura difensiva, è meta di continui pellegrinaggi . Il culto delle Sante Marie, i cui resti furono dispersi durante la Rivoluzione francese, è ufficialmente riconosciuto dalla Chiesa, tanto che il santuario negli anni ’60 del ‘900, ricevette la visita dell’allora Nunzio Apostolico in Francia: Cardinale Angelo Roncalli, ora Santo, al quale è dedicata la piazza a lato della chiesa.

Alcune informazioni pratiche: Arles è raggiungibile in autostrada da Nizza, dalla quale dista circa 3 ore di macchina, vi si può arrivare anche in treno oppure in aereo da Marsiglia (circa 30 mn in macchina dall’aereoporto).

La cucina di Arles è influenzata dalla vicinanza alla Camargue, il suo piatto più famoso è a base di carne di toro , allevato in quella zona e che si fregia del marchio AOC (Appellation d’Origine Controlé). Lo stesso dicasi per il riso AOP (Appellation d’Origine Protégé), che trova nelle zone paludose del delta del Rodano, un terreno ideale per la coltivazione. Il riso viene prodotto in numerose varietà, la più famosa è quella tonda utilizzata soprattutto per i dolci, altri tipi dal chicco più allungato vengono cucinati come contorno per il toro e per i risotti o per la paella.

Sono molto buoni anche i vini e gli olii d’oliva, particolarmente ricchi di sapore grazie alla dolcezza del clima.

I ristoranti ad Arles sono numerosi, si consiglia di evitare quelli di Place du Forum perchè non hanno un buon rapporto qualità/prezzo. Poco distante dalla piazza si trova “La gueule du Loup”

Uno dei migliori di Arles e famoso per la cucina Camarguese, dove sarà possibile assaggiare la Gardienne de Taureau, uno stufato di carne di toro (rossa e magra), marinata precedentemente nel vino , che è considerata il piatto tipico della zona. Altri indirizzi nelle vie meno trafficate del centro sono: “La Paillotte”, “Le 16” (dove sevono anche la sangria) e più distante verso le mura “Le QG”, sono tutti validi ed offrono vari tipi di menu a prezzi differenti, un solo consiglio evitare gli aperitivi che sono solitamente proposti ma sono molto costosi.

Concludendo: buon soggiorno ad Arles!

Guarda la gallery
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Place de la Republique con l'obelisco

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Un torre di guardia

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'arena in epoca medioevale

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Interno dell'anfiteatro di Arles

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Chiostro, Particolare

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Chiostro, colonnine binate

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Portale di St. Trophime

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Facciata di St. Trophime

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la chiatta da carico di epoca romana

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Il busto attribuito a Giulio Cesare



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