Sguardo d’insieme da Nord a Sud

Zone visitate: Iguazù (3 gg), Nord Ovest (7 gg), Penisola Valdes (2 gg), Parco Nazionale dei Ghiacciai (Sud) (3 gg), Buenos Aires (1 giorno all’arrivo+ ultimi 4 giorni). Periodo: 3 settimane, dal 7 al 28 Agosto 2006 (è inverno nell’altro emisfero). Nel centro e nel nord (fascia climatica subtropicale) abbiamo trovato una temperatura...
Scritto da: Fiofio
sguardo d'insieme da nord a sud
Partenza il: 07/08/2006
Ritorno il: 28/08/2006
Viaggiatori: in coppia
Zone visitate: Iguazù (3 gg), Nord Ovest (7 gg), Penisola Valdes (2 gg), Parco Nazionale dei Ghiacciai (Sud) (3 gg), Buenos Aires (1 giorno all’arrivo+ ultimi 4 giorni).

Periodo: 3 settimane, dal 7 al 28 Agosto 2006 (è inverno nell’altro emisfero). Nel centro e nel nord (fascia climatica subtropicale) abbiamo trovato una temperatura quasi primaverile durante il giorno, ma notti molto fredde, livello di umidità accettabile; al Sud è sempre stato ventoso, con tempo molto variabile, freddo. Piumino, guanti e sciarpa a portata di mano ovunque.

Organizzazione del viaggio Il volo intercontinentale è la parte più costosa del viaggio, volo Iberia Pisa–Madrid-Buenos Aires e ritorno acquistato a €950 a persona cui aggiungere circa €150 per tasse varie da pagare in gran parte all’aeroporto di Buenos Aires (fissato a metà marzo). Abbiamo organizzato il viaggio da soli, ma ci siamo affidati ad un’agenzia di Buenos Aires, “Argentina Go”, per l’acquisto dei voli interni. In questo modo ci sono costati circa la metà rispetto alle tariffe trovate sul sito Internet di Aerolineas Argentinas, oltre alla possibilità di cambio data senza penalità (segnaliamo l’efficienza e la gentilezza di Conrado Kramer, conrado@argentinago.Com; 7 tratte acquistate a €612 a persona). I voli interni al paese vanno prenotati con almeno 1 mese di anticipo. Solo in rari casi le località sono collegate direttamente tra loro e quindi lo scalo a Buenos Aires è quasi sempre inevitabile. Abbiamo scoperto che i pullman sono molto confortevoli e col senno di poi ci sarebbe piaciuto effettuare almeno uno spostamento con questo mezzo (ad esempio da Trelew a El Calafate) per la migliore opportunità che offre di entrare in contatto con le persone.

Per quanto riguarda i pernottamenti, non occorrono prenotazioni perché Agosto è bassa stagione e si trovano alloggi con facilità. Se doveste contattare gli alberghi per e.Mail o per telefono (si trovano in edicola schede telefoniche a partire da €5), tenete conto che in pochi parlano inglese e che, se come noi non parlate una parola di spagnolo, l’italiano vi risparmierà molte incomprensioni! Abbiamo invece prenotato in anticipo il noleggio dell’auto per il Nord Ovest e per la Penisola Valdes (www.Hertz.It); si può fare a meno del fuoristrada (molto caro) perché Agosto non è periodo di piogge e le strade sterrate sono praticabili, ma consigliamo compagnie di noleggio affidabili perché offrono coperture assicurative migliori in caso di incidente.

Per darvi un riferimento sui prezzi indicati nel seguito, ad Agosto 2006 il cambio è stato EUR=3.9 ARS (peso argentino).

Itinerario Volo PISA – BUENOS AIRES (via Madrid): 7/8 Agosto Partenza da Pisa con volo Iberia alle 13.30 e arrivo a Madrid alle 16.00. Il volo per BA è previsto per le 23.45 e c’entra un bel giro in centro e qualche tapas in piazza Mayor. Il volo è puntuale, ma poco confortevole: in “economy” il posto per le gambe è insufficiente (mio marito sfiora 1.90 di altezza…), le hostess sgarbate e frettolose, le poltrone non sono dotate di schermo per vedere i film (ne spuntano solitari dal soffitto 2 di dimensioni medio-piccole, visibili a fatica se siete in file lontane), portatevi un paio di calzini e tutto quanto vi possa servire perché sull’aereo vi verranno distribuite solo cuffie cuscino e coperta (se sulla vostra poltrona mancassero, non ne riceverete altri perché è tutto contato!). Insomma attrezzatevi perché il volo dura circa 13 ore. Si arriva all’aeroporto internazionale di BA il giorno successivo alle 7.30 ora locale (-6 ore rispetto all’Italia). Se potete, evitate le auto private per raggiungere la città (la tratta costa €13, impiegando circa 40’) e servitevi dell’autobus pubblico che si prende appena fuori l’aeroporto, sarà un primo interessante contatto con gli argentini e vedrete un po’ della sterminata periferia della città (il biglietto si acquista a bordo e vi costerà €1, ci metterete 1h buona). Accanto alla fermata dell’autobus c’è anche una banca dove cambiare un po’ di soldi pagando commissioni accettabili: abbiamo comunque trovato facilmente sportelli per ritirare soldi ovunque lungo il nostro itinerario, mentre le carte di credito sono accettate di rado. Se poi a Buenos Aires trovate un taxista che vi ispira fiducia, vi consigliamo di chiedergli il numero di cellulare in modo da poterlo chiamare se uscite di sera o per gli spostamenti da/per l’Aeroparque (l’aeroporto dei voli nazionali), visto che gli alberghi vi chiamano un pulmino privato a tariffa fissa (esosa!). Noi l’abbiamo fatto e Miguel si è sempre rivelato puntuale, simpatico e prodigo di consigli utili.

IGUAZU’: 9/10/11 Agosto Voli interni: BA-Iguazù/Iguazù-BA Pernottamento: a Puerto Iguazù, in Av. Guarani, a 2 passi dalla stazione degli autobus, ci sono diverse pensioni, semplici ma pulite (doppia con bagno e prima colazione €40, www.Casablancaiguazu.Com.Ar). Trasporti: mezzi pubblici. Procurarsi alla stazione degli autobus gli orari delle partenze perché ogni gita nei dintorni parte da qui.

Itinerario. Primo giorno e secondo giorno: Parco Nazionale delle cascate di Iguazù (lato Brasiliano, lato Argentino) Segnaliamo che il fronte delle cascate è fortemente ridimensionato a causa dei molti mesi di siccità che hanno interessato le zone attraversate dal Rio Iguazù. Purtroppo non lo abbiamo saputo in anticipo, altrimenti avremmo organizzato diversamente la visita. A causa del ridotto livello del fiume (le guardie forestali non lo ricordano così da almeno 30 anni!), è stato sospeso il rafting e non c’è la possibilità di fare gite in gommone per vedere le cascate dal basso. Inoltre, le famose passerelle sospese sotto cui di solito scorre l’acqua, creando spruzzi e piscine naturali, si snodano adesso tra rocce e massi asciutti. Abbiamo avuto l’impressione che non si parli volutamente di questo per non compromettere il turismo, che qui è l’unica attività economica, ma per ripristinare l’originario livello del fiume ci vorrà parecchio. Il lato Brasiliano del Parco è meno interessante, ma offre una veduta d’insieme delle cascate ed aiuta a capire meglio il percorso del fiume. Dato il livello attuale del Rio Iguazù, consigliamo di dedicare non più di 3 ore alla visita del lato brasiliano e di dedicare il resto della giornata ad altre mete (la centrale idroelettrica di Itaipù, Foz do Iguazù). Il lato Argentino invece ci è sembrato più interessante, per le belle passeggiate nella foresta tropicale, lussureggiante di flora e fauna esotica (coatimundi e tucani, bellissime farfalle colorate) e per gli spunti fotografici offerti dalla “Garganta del Diablo” (raggiungibile con il comodo trenino che attraversa il parco…Verde solo nel colore, perché va a gasolio!). Se poi c’è la luna piena, è possibile fare escursioni notturne alle cascate (l’abbiamo prenotata direttamente in albergo). Ad Agosto la temperatura diurna è sui 25°, in altri periodi dell’anno invece il caldo e l’umidità possono essere molto fastidiosi per le camminate. Ci è mancato comunque un buon repellente per insetti.

Terzo giorno: rovine gesuitiche di San Ignacio.

Interessante la storia di questi villaggi seicenteschi fondati e gestiti dai padri gesuiti, in cui vivevano le popolazioni guaranì. San Ignacio Minì è l’unico sito restaurato della zona e ne consigliamo la visita perché le rovine della chiesa sono davvero suggestive. In pullman di linea da Puerto Iguazù ci vogliono 4 ore per Sam Ignacio, ma la poltrona è confortevole e regolabile, a bordo offrono caffé e caramelle ed il paesaggio è molto vario.

NORD OVEST: dal 12 al 18 Agosto Voli interni: BA-San Miguel de Tucuman/San Salvador de Jujuy-BA Trasporti: auto a noleggio, ritirata a Tucuman e restituita a Jujuy, tipo Volkswagen Gol. Percorsi 1.500 chilometri, di cui circa 1.000 su sterrato, a volte impegnativo anche per fiumi e ruscelli che attraversano la strada (per fortuna in secca in Agosto). Se non siete più che abili nella guida o se viaggiate nel periodo delle piogge (Gennaio/Febbraio), considerate seriamente il noleggio di un fuoristrada o il noleggio di un’auto con autista, in quest’ultimo caso avrete a disposizione una bombola dell’ossigeno in caso di bisogno. Noi abbiamo avuto solo un po’ di senso di oppressione ai polmoni sopra i 4.000 metri di altitudine, con l’accortezza di evitare pasti abbondanti. Il costo del noleggio è stato di €450 per 6 giorni, la benzina è costata circa €0.5 al litro. Pernottamento: nessuna prenotazione anticipata e prezzi molto bassi (da €7 a €13 la doppia con bagno). Evitate l’Hotel Petit (Crisostomo Alvarez 765-Tucuman) fatiscente e così sporco da dormire…Vestiti! Ci è piaciuto l’Hotel Huaira Huasi a Purmamarca, in stile rustico e molto accogliente (doppia con bagno e prima colazione €46, www.Huairahuasi.Com.Ar). Avendo l’auto, per sicurezza abbiamo sempre preferito alloggi con disponibilità di parcheggio interno.

Itinerario: BA-San Miguel de Tucuman (pernottamento) Tucuman è una città molto vivace, con teatri e caffè all’aperto. Visitiamo la Casa de la Indipendencia, il duomo, il “Parque 9 de Julio”. Interessanti i parchi soprattutto la domenica, quando le famiglie vi si riuniscono per la “festa dei ninos” e si organizzano grigliate, bancarelle di dolciumi e giochi per i bambini. Se vi capita, osservateli giocare e divertirsi con le bolle di sapone, gli acquiloni costruiti con sacchetti di plastica, le macchinine di latta ed i palloni di tutte le dimensioni. E’ una festa di colori e profumi, l’allegria è contagiosa nell’estrema semplicità dei divertimenti di qui. San Miguel de Tucuman- Quebrada del Rio Los Sosa- Parco Los Menhires a El Mollar-Tafì del Valle (pernottamento) Lungo la strada ci sono molte bancarelle di pastori locali che vendono formaggi di loro produzione, squisiti con la focaccia rustica! Bellissimi scorci di vallate attraversate da ruscelli e punteggiate di cavalli bradi (anche loro qui hanno una folta pelliccia).

Tafì del Valle-Abra Infiernillo (uno spettacolo i cactus cardòn a migliaia, in mezzo alle macchie colorate degli alberi da frutto in fiore) -Amaicha del Valle-Sito archeologico di Quilmes-Cafayate-Quebrada di Cafayate (non fino a Salta, ma solo i primi 40 Km e ritorno)-Cafayate (pernottamento) Da visitare ad Amaicha del Valle il Museo della Pachamama (omaggio alla Madre Terra) e l’utile visita guidata (è in spagnolo, ma si capisce perfettamente), per capire molti aspetti della vita, della cultura e della storia degli indios che abitavano queste valli. Tutti gli edifici del museo, i cortili ed i giardini sono stati progettati da Hector Cruz, artista locale autodidatta, che ha interpretato in chiave moderna e un po’ visionaria (alla Guadì!) i disegni ed i colori della tradizione indios. Non perdete la sezione dedicata ai suoi dipinti ed arazzi, i più belli che abbiamo visto. La Quebrada di Cafayate è mozzafiato e le sue montagne multicolore tutte da fotografare.

Cafayate-San Carlos-Cachi-Parque Nacional Los Cardones-Salta (pernottamento) Da assaggiare il gelato al Torrontés e al Cabernet della gelateria Miranda, a Cafayate.

Il tratto di strada (sterrata ed impegnativa) tra San Carlos e Cachi (Valles Calchaquies) è nei miei ricordi il più entusiasmante dal punto di vista paesaggistico, in alcuni tratti quasi “lunare”, e da quello architettonico, per le belle case di mattoni cotti al sole con i suggestivi colonnati. Fare scorta di acqua e spuntini perché lungo i 150 km di strada si incontrano poche case isolate. Salta-Quebrada del Toro-San Antonio de los Cobres-Salinas Grandes-Purmamarca (pernottamento) Il famoso Treno delle Nuvole è chiuso dal 2004 (ma non è scritto nelle guide, neppure nella Lonely Planet!), sembra a causa del cattivo stato della strada ferrata e dei viadotti. Visto che non abbiamo visto lavori di manutenzione in corso, non ci è sembrato che ci sia tanto l’interesse economico a ripristinare questo tratto ferroviario, quanto piuttosto a migliorare la sterrata che corre accanto ai binari. Purmamarca-Posta di Hornillos-Quebrada de Humahuaca-Tilcara-Humahuaca-Iruya (pernottamento) Bello il mercato artigianale nella piazza principale di Purmamarca, una vera festa di colori e manufatti a buon prezzo. Salite sulla collinetta ai piedi del Cerro dei Sette Colori perché è una postazione ottima per fotografare la variopinta montagna che fa da sfondo al paese. La Posta di Hornillos è stata prima una roccaforte della resistenza all’invasione degli spagnoli e poi un punto di ristoro per i postini che a cavallo percorrevano la “quebrada”. Il museo è modesto, ma ciò che ci ha colpiti è la guida, Mario Velazquez, che è un poeta e che decanta la valorosa resistenza del suo popolo con una passione che non può lasciare indifferenti. Se vi va di camminare una mezz’ora, seguendo le indicazioni di Mario, raggiungete la sommità della collina che sovrasta la Posta, c’è un sito archeologico indio ancora da scavare che ricorda Quilmes. C’è molto da immaginare dell’antico insediamento, ma il posto è assolutamente suggestivo: in posizione dominante sulla quebrada, in mezzo a centinaia di cardònes, nel silenzio assoluto e senza gente in giro. Mario canta che gli indio, in drammatica minoranza, mascherarono i cardònes da guerrieri con poncho ed elmo per trarre in inganno gli spagnoli, in un disperato tentativo di resistenza. La Quebrada de Humahuaca è più organizzata dal punto di vista turistico, con abbondanza di cartelli stradali ed indicazioni sui luoghi da visitare. Mettete in conto anche numerose soste per fotografare le montagne stratificate dai colori più diversi (giallo ocra, arancio, rosso scuro, viola). Oltrepassata Humahuaca, un bivio sulla destra porta ad Iruya dopo 55 km di sterrato impegnativo (si arriva a 4.300 metri slm), con tratti a strapiombo. Calcolate bene i tempi perché è da fare con la luce del giorno. Iruya-San Salvador de Jujuy-BA Iruya è imperdibile, con la sua atmosfera sospesa nel tempo ed i ritmi scanditi dal lavoro nei campi e della pastorizia. Il paese si anima al tramonto, quando i contadini tornano dai campi, e all’alba quando ripartono per il lavoro stipati sui carri. Anche in questo posto sperduto, a scuola, prima dell’inizio delle lezioni, i bambini pregano tutti insieme e cantano orgogliosi l’inno nazionale. Saranno contenti se distribuirete loro qualche dolcetto, che in qualche caso chiedono insistentemente.

Lungo la strada per San Salvador de Jujuy ci sono numerosi posti di blocco di poliziotti (veri o presunti). A noi è andata bene, ma ci hanno raccontato che ogni pretesto è buono per fermare i turisti e fare “multe” per raggranellare qualche soldo. Ricordatelo in caso aveste ceduto alla tentazione di acquistare “coca e bica” per combattere il “mal di altitudine”, perché potrebbe costarvi caro far chiudere un occhio a questo genere di poliziotti… PENISOLA VALDES: 19/20 Agosto Voli interni:BA-Trelew/Trelew-El Calafate Trasporti: auto a noleggio, ritirata e restituita all’aeroporto di Trelew, stesso modello della precedente; 1.200 km percorsi; la benzina in Patagonia costa ancora meno perché ci sono i sussidi statali (€0.3 al litro), costo noleggio circa €120 per 2 giorni.

Pernottamento: Il parco è molto grande e conviene pernottare al suo interno perché occorrono almeno 2 giorni per la visita e non vale la pena dormire a Puerto Madryn che dista quasi 100 Km. Le possibilità di alloggio sono a Puerto Pyramides o a Punta Delgada nel complesso del faro (sulla penisola non c’è acqua dolce, ci si lava con acqua desalinizzata). Siamo stati all’Hotel Faro Punta Delgada (www.Puntadelgada.Com) e segnaliamo che, comprese nel prezzo (doppia con bagno in mezza pensione €90), sono previste escursioni in fuoristrada alle spiagge migliori per gli avvistamenti degli animali, gite a cavallo e visite guidate alla colonia di elefanti marini che vive a Punta Delgada. E’ inoltre a disposizione un telescopio per l’osservazione delle stelle, oltre a carte delle costellazioni dell’emisfero sud. A Trelew, abbiamo dormito all’Hotel Touring Club, in Av. Fontana, atmosfera d’altri tempi in questo bel palazzo di inizio ‘900 (doppia con bagno e prima colazione €20).

Itinerario: A Puerto Madryn visita all’Ecocentro, il museo del mare, dove si illustrano le caratteristiche delle specie che abitano lungo le coste della penisola (elefante marino, leone marino, pinguino di magellano, balena franca australe, orca), utile prima della visita al parco. Agosto è un mese adatto per gli avvistamenti delle balene (che a decine vengono a partorire in queste acque) e degli elefanti marini (in prevalenza maschi che lottano sulle spiagge per spartirsi il territorio in attesa dell’arrivo delle femmine), mentre ci sono pochi esemplari di leoni marini e pinguini che arrivano su queste spiagge in massa ad ottobre (non vale la pena arrivare quindi fino a Punta Tombo). Penisola Valdes. Le gite in barca per avvistare le balene partono da Puerto Pyramides, l’unico centro abitato all’interno del parco, conviene quindi chiedere all’ingresso del parco se il porto è aperto o meno. Il “porto”, in realtà, non esiste, perché le barche vengono trascinate sulla spiaggia e spinte in mare da potenti trattori, per cui basta qualche onda per rendere l’operazione difficoltosa. Ci sono molte compagnie che organizzano uscite in barca, conviene fare un giro alla ricerca del prezzo migliore e mettersi in lista con anticipo perché le gite sono prese d’assalto da famiglie intere di argentini. Consigliamo di pagare qualcosa in più ed andare su una barca bassa e piccola, perché è davvero emozionante vedere le balene che ti nuotano accanto! La penisola è percorsa da strade (tutte sterrate) che raggiungono le spiagge dove vivono gli animali, ma all’ingresso del parco non ci hanno distribuito alcuna mappa (procuratevene una all’aeroporto di Trelew). Il fondo stradale è generalmente buono, ma ci è successo di essere quasi arrivati a Punta Norte e di dover tornare indietro perché la strada era allagata a causa di recenti piogge. Il paesaggio è un po’ piatto, la vegetazione bassa e cespugliosa, e sono ben visibili pecore, cavalli, guanachi, armadilli (attraversano la strada correndo come pazzi, occhio a non investirli!). Nel complesso 2 giorni per questa zona ci sono parsi insufficienti, sia perché in caso di maltempo si rischia di non poter vedere gli animali (il tempo cambia molto velocemente qui), sia perché ci sarebbe piaciuto visitare Gaiman, città di origine gallese, le sue sale da tè ed il parco El Desafio che sorge alla sua periferia, creato da un intraprendente nonnino che raccoglie i bottiglie e lattine e le assembla in composizioni artistiche. PARQUE NACIONALES LOS GLACIARES SUD: 21/22/23 Agosto Voli interni:Trelew-El Calafate/El Calafate-BA Trasporti: mezzi pubblici. Procurarsi alla stazione degli autobus gli orari delle partenze e comprare il biglietto con 1 giorno d’anticipo per essere sicuri di trovare posto.

Pernottamento: ampia offerta a El Calafate, posto molto turistico e piuttosto caro. Siamo stati all’Hotel Libertador, Av. Del Libertador General San Martin, comodo perché vicino alla stazione degli autobus (doppia con bagno e prima colazione €60).

Gite: le numerose agenzie di viaggio offrono escursioni di tutti i tipi, per cui il consiglio migliore è visitarne qualcuna, capire che cosa vi interessa e che prezzi si possono spuntare. Questo è l’unico posto tra quelli visitati in cui ci hanno fatto sentire turisti da “spennare”, per cui scegliete bene come spendere i vostri soldi perché ve ne chiedono parecchi per fare qualsiasi cosa. Conviene comprarsi il pranzo al sacco al supermercato (ce ne sono 2 sulla via principale del paese) e sapere che ad Agosto il sole sorge al mattino alle 8.30 e tramonta alle 17.30 circa, per cui al ritorno dalle gite non potete far altro che visitare le cioccolaterie o fare shopping negli eleganti negozi del centro (!).

Primo giorno: crociera sul lago argentino, con visita ai ghiacciai Upsala, Spegazzini e Onelli, in partenza da Punta Bandera (50 km da El Calafate). Guida in inglese (una rarità qui), spiegazioni approfondite sui ghiacciai e ottima assistenza a bordo della nuovissima barca (pullman per/da Punta Bandera+ingresso al parco+crociera €46). Secondo giorno: ghiacciaio Perito Moreno (80 km in autobus pubblico+ingresso al parco €23), bellissima la passeggiata sulla passerella costruita sulla penisola di Magellano, proprio davanti al fronte del ghiacciaio. E’ emozionante fermarsi sulle terrazze ad ascoltare i crepitii del ghiaccio, aspettare il successivo crollo degli enormi blocchi nel lago e vederli trasformare in iceberg alla deriva (ci sono anche tavoli e panche in legno per pic-nic). Se avete già fatto la crociera, la gita in barca lungo il fronte del ghiacciaio non aggiunge granché, mentre se il tempo lo consente, può essere interessante fare il mini-trekking con i ramponi sul ghiacciaio (costa circa €70). Terzo giorno: gita a cavallo lungo il lago argentino (Gustavo Holzmann, www.Cabalgataenpatagonia.Com), bird-watching sul lago (in particolare fenicotteri rosa, si lasciano avvicinare ma è meglio avere un binocolo) e pattinata sulla superficie ghiacciata del lago argentino (pattini a noleggio appena fuori il paese). BUENOS AIRES: 24/25/26/27 Agosto Trasporti: le zone di interesse turistico sono concentrate attorno al Microcentro e facilmente raggiungibili a piedi, in metropolitana (pulita, sicura ed economica) ed in taxi (numerosissimi ed assolutamente economici).

Pernottamento: Hotel Frossard (Tucuman 686, doppia con bagno e prima colazione €50, www.Hotelfrossard.Com.Ar), in un bel palazzo d’epoca ed in posizione strategica a due passi dalla zona pedonale nel Microcentro.

La città è una metropoli da 12 milioni di abitanti e nel complesso ci è apparsa caotica, rumorosa ed attanagliata dallo smog. La microcriminalità è molto diffusa e bisogna tenere sempre gli occhi ben aperti… Ci resterà impresso lo spettacolo dei “cartoneros” che al tramonto iniziano il meticoloso setaccio dei sacchi della spazzatura alla ricerca di bottiglie e cartoni da rivendere. In compenso, i palazzi ed i viali alberati ricordano le nostre città europee e non lasciano indifferenti per la loro bellezza. Tra l’altro, reputiamo imperdibile la visita guidata al Teatro Colon (anche in inglese, da prenotare con almeno un giorno di anticipo direttamente alla biglietteria del teatro). La guida ci ha condotto, attraverso ripide scale, sotto plaza Lavalle, dove sono stati creati 3 piani di laboratori per la creazione di tutto ciò che serve per la messa in scena di un’opera (scenografie, sartoria, parrucche, calzoleria, lavorazione del ferro, falegnameria), oltre a palestre dove i ballerini si allenano e sale prove per cantanti e musicisti. Sorprendente.

Abbiamo assistito ad uno spettacolo di tango nello storico Café Tortoni (€8, con consumazione obbligatoria), ma non ci ha entusiasmato per l’impostazione un po’ turistica. Il tango più bello l’abbiamo visto improvvisato nelle strade e, soprattutto, al Mondiale di Tango (si assiste gratuitamente alle esibizioni, ma bisogna andare in anticipo per ritirare il coupon d’ingresso senza il quale non fanno entrare). Informatevi sul programma e fate in modo di andare, ne vale davvero la pena. Se poi andate a cena nel quartiere di Palermo Viejo (molto vivace e tra i più sicuri di notte), andate nella milonga La Viruta (Armenia 1366) e partecipate ad una lezione collettiva di tango (ingresso+lezione €4), il divertimento è assicurato! Segnaliamo che la Casa Rosada è chiusa per restauri e le visite guidate al suo interno sospese.

Infine, una nota culinaria: abbiamo mangiato benissimo ovunque, la grigliata di carne è stata una costante (prelibata) del viaggio. La pasta, anche quella ripiena, fa parte della tradizione ed è sempre presente nel menù, come pure i formaggi; i dolci non ci hanno entusiasmato (alla fine del viaggio, anche l’onnipresente “dulce de leche”, il latte caramellato, ci aveva deliziato a sufficienza). I vini sono ottimi e tutti da assaggiare, il nostro preferito è stato il Malbec dei vitigni di Mendoza. Per mangiare si spende a testa dai 3 ai 10 euro. Tra i migliori ristoranti del viaggio ricordiamo: La Rueda (Av. Cordoba a Iguazù); il ristorante del Faro di Punta Delgada (Penisola Valdes); La Tablita (El Calafate); La Caballeriza (Puerto Madero, Buenos Aires). Date le recenti restrizioni sul trasporto di liquidi nel bagaglio a mano sugli aerei, se decidete di portare in Italia qualche vino ricordate di metterlo in valigia o meglio di comprarlo al duty free dell’aeroporto (c’è ampia scelta, ma i prezzi sono più alti). Come avrete capito dalle nostre note, l’Argentina ci è piaciuta moltissimo e siamo sicuri che anche a voi lascerà la voglia di poterci tornare.



    Commenti

    Lascia un commento

    Leggi anche