Cinque giorni ad Amsterdam

Alla scoperta della città e di alcuni piccoli paesini nei dintorni, approfittando di cinque bellissime giornate di sole e della quiete dell'alloggio in una houseboat
Scritto da: claudiabf
cinque giorni ad amsterdam
Partenza il: 20/05/2012
Ritorno il: 24/05/2012
Viaggiatori: 2
Spesa: 500 €
Soggiorno dal 20 al 24 maggio 2012. Partenza da Parigi (dove abitiamo) in treno: 3h30 di viaggio e nessun grattacapo circa la composizione del bagaglio (liquidi, peso, dimensioni…) e arrivo in pieno centro senza i noiosi trasferimenti per e verso l’aeroporto. Ci siamo fatti piacere e abbiamo prenotato una houseboat (via booking.com): “the houseboat under the mill”… già… perché è ormeggiata proprio sotto un vero mulino a vento! La scelta è stata eccellente. Anche se in posizione un po’ decentrata (10 min di bus fino alla stazione centrale), l’atmosfera tranquilla e atipica, a pelo d’acqua con solo le anatre, gli aironi e gli svassi a disturbare ci ha sedotto da subito; senza contare la gentilezza e la disponibilità dei proprietari (ormeggiati accanto) che ci hanno rifornito di informazioni e attenzioni: dal doposole per la mia scottatura al ricordino alla partenza.

Per muoverci abbiamo fatto solo l’abbonamento per 5 giorni agli autobus (25 euro) e non l’Amsterdam card.

Domenica 20 maggio

La sera stessa del nostro arrivo, dopo aver lasciato i bagagli sull’houseboat, ci siamo diretti con il tram in Laidseplein, animata piazza dove si affacciano lo Stadsschouwburg e l’American Hotel: biciclette onnipresenti e gente che passeggia per ogni dove. Siamo risaliti lungo la via commerciale Leidsestraat dove siamo subito passati ai primi assaggi di formaggi olandesi da Henry Willig; non dimenticheremo i deliziosi biscotti strootwafel.

Arrivando sul canale Singel, sulla destra si scopre il famoso mercato galleggiante dei fiori dove abbiamo scelto come ricordino uno strano bulbo che sviluppa una pianta senza terra e senz’acqua… vedremo i risultati. Passando per Muntplein abbiamo visitato la boutique delle ceramiche di Delft che si trova all’interno della torre della zecca, siamo poi risaliti fino a Nieuwmark alla porta S. Antonio, dove il mercato stava ormai chiudendo. Proprio nel caffè dentro la porta fortificata ci siamo concessi una pausa per una birra con le bitterballen: delle polpettine deliziose da intingere nella senape, accompagnamento tipico dell’aperitivo olandese. Per cena abbiamo seguito i consigli dei proprietari della houseboat e siamo andati al Westerpark dove si svolgeva una manifestazione gastronomica che riuniva tutti insieme almeno una quarantina di ristoratori ambulanti (rollende keukens). Gli ambulanti facevano sfoggio dei veicoli e allestimenti piu’ assurdi e divertenti e assicuravano una scelta eccezionale di specialità per noi decisamente atipiche in un’atmosfera festiva e amicale.

Lunedì 21 maggio

Giornata dedicata ai musei (un po’ caretti…). Iniziamo subito con il Van Gogh Museum: la nostra guida ci consiglia di “attaccarlo” all’apertura per evitare gli “ingorghi turistici”. Oltre ai capolavori del famosissimo, il museo contiene una vasta e interessante esposizione delle opere dei suoi contemporanei e amici pittori: Gaugin, Monet, Signac e Toulouse-Lautrec. La visita è durata 3 ore e per riposarci decidiamo di fare una pausa direttamente al caffè del museo. Nel pomeriggio visita al Rijksmuseum. Si trova proprio di fronte al Van Gogh e insieme formano un complesso notevole. Il Rijskmuseum è veramente grande, ma è chiuso per bonifica dall’amianto, il nucleo più importante delle sue opere è esposto in 13 sale dell’ala Philips: Rembrandt, Vermeer…

Il caldo inizia a farsi sentire: in questi quattro giorni si sfioreranno i 30 gradi. Con il bus ci dirigiamo verso la casa di Anna Frank, uno dei pochi musei che chiude tardi (21h00). La visita è emozionante, ma la consigliamo a sera, quando l’affluenza è minore. Prima pero’ ci siamo concessi una pausa al vicino Cafè Crisp, il più antico “caffè scuro” della città. Per cena optiamo per la cucina indiana d’asporto, un copioso pasto vegetariano da gustare comodamente nella houseboat.

Martedì 22 maggio

Il tempo è sempre al bello e decidiamo di fare un escursione nei paesini a Nord d’Amsterdam nel Waterland. Alla stazione centrale, giusto sul retro nella parte nuova, si prende il bus e si compra a bordo il waterland ticket (10 euro), un biglietto giornaliero che ci permetterà di salire e scendere da tutti i bus del distretto.

In circa mezz’ora arriviamo a Edam con il n.118. E’ un piccolo paesino ormai lontano dal mare e patria dell’omonimo formaggio celebrato con un famoso mercato del formaggio tra luglio e agosto. La visita è piuttosto rapida viste le dimensioni del villaggio, ma molto piacevole. Siamo accolti da belle case borghesi dai piccoli giardini fioriti, tutti sono arredati con molta fantasia e si affacciano su pittoreschi canali. Il centro è composto dal municipio del 1737 e da uno stranissimo ponte di mattoni dalla campata altissima. Passeggiando ci arrivavano le note del carillon della Speel toren (torre-carillon con campane e martelli esterni)…molto rilassante! Poco lontano la Grote kerk (chiesa grande), edificio gotico fiammeggiante poco interessante all’interno dato che come tutte le chiese le chiese riformate è austero e spoglio di ogni immagine sacra.

Per pranzo abbiamo fatto un breve pic nic lungo un canale con un panino al formaggio edam stravecchio e un delizioso dolcino alle nocciole e zenzero che abbiamo condiviso con un’anatra simpatica e gentilmente insistente.

Con il bus n. 314 siamo arrivati a Monnichendam. La fermata era un po’ fuori dal centro (le stradine sono troppo strette) ma lo abbiamo raggiunto senza difficoltà seguendo la sagoma dell’immancabile e bellissimo campanile-carillon del municipio: abbiamo prolungato la nostra pausa per ascoltarlo di nuovo! Nessuna meta speciale: dal bell’edificio della pesa pubblica ci siamo lasciati guidare dall’istinto per passeggiare piacevolmente fino alla marina e ritorno. Grazie alle informazioni dell’ufficio di turismo siamo riusciti a trovare la fermata dell’autobus n. 311 direzione Marken. Marken è stata la nostra destinazione preferita. Come descriverlo? E’ un ex borgo di pescatori veramente fuori dal tempo. Anticamente un’isola, lo si raggiunge grazie a una strada sopraelevata su una diga. All’entrata del villaggio un laboratorio di fabbricazione degli zoccoli. Ci sono due borghi: il borgo della chiesa (riformata, con battelli sospesi al soffitto e fin sopra il pulpito e due donne del posto in costume) e il borgo del porto. Il borgo del porto é formato da una fitta rete di piccoli canali lungo i quali si allineano case in legno verde con persiane bianche e i tetti rossi. Alcune sono su palafitte (delle volte chiuse per creare una rimessa) altre hanno un basamento in pietra. Visto il caldo ci concediamo volentieri una pausa a uno dei vari caffè del porto prima di rientrare in città con l’autobus n. 311. Per cena sciegliamo di nuovo un pasto per asporto. Questa volta è indonesiano e decidiamo di provare un’altro piatto tipico della cucina olandese (il passato coloniale in indonesia ha lasciato le sue tracce): il rijsttafel.

Mercoledì 23 maggio

Si annuncia un’altra calda giornata e la frescura di una passeggiata tra i canali (Brouwergracht, Keizersgracht e Herngracht) fino al Magna Plaza è la benvenuta. Il Magna Plaza è un centro commerciale in un palazzo del XIX secolo in stile neorinascimentale olandese e si trova vicino alla Niewke Kerk e il palazzo reale. Il palazzo reale si affaccia su piazza Dam, fulcro commerciale e turistico della città anche se non ne è proprio l’angolo più bello.

La vera meta della mattinata è stato l’Heg Begijnhof, un luogo che più centrale e al tempo stesso nascosto non ce n’è. Si tratta del famoso convento delle Beghine che dà sulla piazza Spui. E’ costituito da una piccola cappella circondata da 40 case. Dentro due di queste si nasconde una chiesa clandestina. Un complesso veramente particolare e una piccola oasi di pace in pieno centro. All’uscita sulla piazza Spui abbiamo assaggiato in un chiosco le tradizionali arighe. Sono un po’ meno affumicate che da noi ma… tanto buone!

Per pranzo abbiamo scelto un self-service di stampo decisamente olandese “La Place” situato alla fine del Rokin, quasi in Muntplein. E’ molto accogliente e spazioso (3 piani) e la scelta è vasta e di qualità. Avendo preso il tram nella direzione sbagliata (capita anche ai migliori!) ci siamo ritrovati davanti alla birreria Heineken; visto che c’eravamo abbiamo fatto la foto di rito. Poco male, con un altro bus abbiamo raggiunto e visitato la Sinagoga Portoghese nell’antico quartiere ebraico. Proprio di fronte si trova il moderno Stadhuis e accanto il teatro dell’Opera. Tra i due (cercando bene) si puo’ trovare il NAP: tre cilindri indicanti il normale livello delle acque della città e di due punti fuori dalle dighe a Nord e a Sud… per fortuna le dighe tengono.

Continuando lungo il canale si arriva alla casa museo di Rembrandt che riusciamo a visitare giusto prima della chiusura. Sulla piazza antistante pausa birra e bitterballen alla terrazza del caffè scuro Sluswacht. Per la cena abbiamo scelto un ristorante cinese consigliato dalla nostra guida nel quartiere cinese, attiguo al quartiere a luci rosse, proprio di fronte al tempio della comunità.

Giovedì 24 maggio

Ultimo giorno! Dopo aver salutato con gli ultimi resti di pane le anatre e aver ringraziato i gentilissimi padroni di casa, ci siamo diretti alla stazione per lasciare i bagagli (7,50 euro al giorno).

Nello slargo antistante ci siamo imbarcati per un giro del porto e dei canali. Deliziosa riscoperta degli angoli più belli. Vicino al Dam avremmo voluto visitare la chiesa nascosta in un granaio (Museum Amstelking); anche se aperta, tutti gli arredi erano ancora in deposito: abbiamo rinunciato. Sosta per la classica aringa e pausa pranzo al “La Place”. Nel pomeriggio abbiamo terminato l’acquisto di ricordini passando di nuovo per il mercato dei fiori e prima di raggiungere la stazione per la partenza ci siamo fermati nel singolare “De Drie Fleschjes” un proeflokaalen, cioè un locale dove assaggiare il genièvre, un liquore tradizionale olandese. E’ versato fino all’orlo; per iniziare bisogna prima inchinarsi per una sorsata e solo dopo si puo’ prendere in mano il bicchiere. Abbiamo anche assaggiato un “mon chéri”, liquore alla ciliegia e cioccolata.

La città è interessante, divertente, mai banale e di grande accoglienza. Ricorderemo con simpatia l’apertura, la gentilezza, la simpatia e l’atteggiamento rilassato dei suoi abitanti. Come dimenticare le panchine circondate di fiori davanti tutte le porte e dei locali dove ci si siede a scambiare due parole con il vicino di casa o con l’avventore occasionale? Non dovrebbe essere un appannaggio dei popoli mediterranei?

Amsterdam è una città che si adatta a tutte le età e a tutti i gusti. A voi di scoprirla!



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