4 giorni ad Alicante: un’avventura spontanea tra sole, cultura e qualche imprevisto

Abbiamo approfittato di una promozione Ryanair che offriva biglietti per Alicante a soli 6 euro. Tra le varie destinazioni disponibili, era quella che ci intrigava di più, nonostante non sapessimo nemmeno dove si trovasse. Una rapida ricerca ha rivelato: Spagna. Perfetto! Ancora prima di renderci conto di aver prenotato, ci siamo ritrovati in macchina, pronti a partire per l’aeroporto di Bergamo.
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Diario di viaggio ad Alicante
Giorno 1: arrivo e prime esplorazioni
Abbiamo raggiunto il parcheggio “Orio Big Park“, dove abbiamo lasciato l’auto per 12,80 euro per 4 giorni. Direi abbastanza economico, ma soprattutto comodo, dal momento che la navetta ci ha portato all’aeroporto e ci è venuta a prendere a qualsiasi ora (bastato chiamare un numero di cellulare e in circa 8 minuti erano lì!). Una volta raggiunto l’aeroporto, abbiamo atteso il nostro volo delle 7:20, partito in perfetto orario. Abbiamo raggiunto Alicante in circa due ore.
Arrivati all’aeroporto di Alicante, abbiamo cercato la navetta, linea C6, che ci avrebbe portato in centro. Con qualche difficoltà abbiamo trovato la fermata, che in realtà era proprio di fronte all’uscita arrivi, fermata numero 30. Il biglietto ad Alicante si fa direttamente sull’autobus, per qualsiasi destinazione! Quindi, un consiglio: cercate di avere sempre in tasca qualche moneta o banconote di piccolo taglio, perché non accettano tagli superiori ai 10 euro. Dopo circa 20 minuti di viaggio, siamo arrivati in centro.
Siamo andati subito al Punto di Informazioni Turistiche, situato a pochi metri dalla fermata della navetta, e abbiamo preso qualche volantino. Ne abbiamo approfittato anche per chiedere informazioni su come raggiungere il nostro hotel, l’Hotel Maya, che non era proprio vicinissimo. Abbiamo preso l’autobus numero 2 da una fermata di fronte a quella dove ci aveva lasciato il C6 e abbiamo raggiunto l’hotel in due minuti. Tra l’altro, si ferma proprio di fronte all’entrata.
Abbiamo fatto il check-in, ci hanno dato la chiave e siamo entrati… wow! La camera era veramente grande e molto luminosa, e il prezzo era ottimo (75 euro a testa per 3 notti). Appoggiate le valigie in camera, cosa fare? Beh, ovviamente spiaggia! La sognavamo da una settimana ormai! Abbiamo ripreso il nostro autobus e siamo andati a rilassarci al sole, finalmente!
Dopo aver passato circa tre ore in spiaggia ed esserci scottati per bene, abbiamo deciso di fare un giretto per la città. Ci sono aree molto carine, mentre altre sono veramente maltenute, ma comunque caratteristiche! Passando vicino a una biglietteria per tram e autobus, abbiamo fatto un biglietto da 10 viaggi per l’autobus (7 euro). L’hotel era veramente troppo scomodo da raggiungere a piedi tutti i giorni (in realtà no, ma siamo un po’ pigri)!
Dopo un breve giretto in centro, abbiamo deciso di visitare il Castello di Santa Barbara. Temerari, abbiamo cercato le scale, ma non siamo riusciti a trovarle. Dato che ormai erano quasi le 18:00, abbiamo deciso, un po’ a malincuore, di prendere l’ascensore. Tra l’altro, siamo stati fortunati: quel giorno la macchinetta automatica per fare il biglietto era rotta, quindi siamo saliti gratis. Arrivati in cima, ci hanno dato una piantina quasi inutile del monte. La vista era veramente spettacolare da ogni punto del castello, con un panorama fantastico che dava sia sulla spiaggia che sul retro della città. Ovviamente, ho scattato un sacco di foto da ogni prospettiva: veramente meraviglioso!
Decisi a scendere a piedi, abbiamo cercato le scale, ma non le abbiamo trovate nemmeno stavolta, quindi abbiamo deciso di scendere per la strada delle macchine, deviando solo all’ultimo per un sentiero attraverso il bosco. Deviando per questo sentierino, ci siamo ritrovati esattamente di fronte all’hotel! Ormai era tardi, quindi siamo saliti per fare la doccia e siamo tornati in centro per la cena. Scelto uno dei tantissimi ristoranti lungo le strade del paese, abbiamo ordinato tapas e paella! La paella, purtroppo, non si è rivelata proprio il massimo: poco farcita, ma molto, molto saporita. In più, abbiamo avuto anche la “colonna sonora”: sono passati moltissimi suonatori ambulanti!
Finita la cena, siamo tornati verso la fermata dell’autobus per andare in hotel e… abbiamo scoperto che gli autobus smettono di circolare alle 22:30, ma ormai erano le 23:00. Ci è toccato risalire a piedi e in realtà è stato piuttosto complicato trovare la strada giusta. Dato il buio, ci siamo persi in vicoli senza uscita. Alla fine, abbiamo trovato l’hotel, siamo saliti in camera e siamo crollati dalla stanchezza!
Giorno 2: isola di Tabarca
Il secondo giorno ci siamo svegliati con calma. Abbiamo deciso di raggiungere l’Isola di Tabarca e il traghetto per raggiungerla partiva soltanto alle 11:00. Abbiamo trovato un bar sul lungomare, la Explanada, dove fare colazione. Le paste erano buonissime e, dopo esserci abbuffati, abbiamo deciso che saremmo tornati anche i giorni seguenti. Alle 10:30 abbiamo raggiunto il punto di attracco del traghetto che ci avrebbe portato a Tabarca. Il biglietto costava 17 euro e si faceva appena prima di salire sulla barca. Il viaggio è durato circa un’ora e la vista di Alicante dal mare meritava davvero tanto.
Arrivati a Tabarca, abbiamo scoperto che, per nostra sfortuna, quel giorno l’isola era stata assalita da una marea di bambini che erano praticamente ovunque. Scesi dal battello, ci hanno sommerso di volantini con varie offerte per il pranzo. Abbiamo trovato una spiaggia con degli ombrelloni e, date le nostre scottature del giorno precedente, abbiamo deciso di rimanere lì. Dopo poco è passato un ragazzo a chiederci 5 euro a testa per l’ombrellone! Ne avremmo fatto volentieri a meno, ma il mio eritema non mi dava pace e avevo bisogno dell’ombrellone.
Abbiamo fatto un paio di bagni in mare e presto è arrivata l’ora di pranzo. Abbiamo consultato i nostri 200 volantini e abbiamo scelto il posto più economico. Finito il pranzo, abbiamo visitato il paesino. A parte i bambini urlanti, era deserta. Sembrava che non ci fossero abitanti; infatti, il dubbio che ci ha assalito immediatamente è che gli unici abitanti potessero essere i proprietari dei molteplici ristoranti. Chissà! Abbiamo visitato l’isola un po’ ovunque e sono arrivate le 17:00. Era ora di andare a prendere il traghetto di ritorno. Siamo tornati in hotel e abbiamo deciso di cenare lì. C’era un invitante buffet a 12 euro. Tutto molto buono!
Giorno 3: mercato, spiaggia e un temporale inatteso
Ci siamo svegliati, siamo andati in centro e abbiamo deciso di andare a fare colazione nel solito posto. Dopo la colazione, ci siamo recati al mercato della città, aperto solo al mattino e notato il primo giorno. In realtà, ci siamo andati nella speranza che fosse vagamente somigliante alla Boqueria di Barcellona. Ovviamente, non era nemmeno minimamente paragonabile. Il primo piano era pieno di macellai, il piano terra invece era pieno di pescivendoli, mentre un altro spazio, sempre al piano terra, era dedicato alla frutta. Abbiamo deciso di fare la spesa lì e di pranzare con chili e chili di frutta. I prezzi erano veramente bassi. Spendendo 10 euro abbiamo preso un sacco di roba che non siamo nemmeno riusciti a finire! Ci siamo piazzati in spiaggia e ci siamo gustati la nostra spesa tra le risate degli abitanti di Alicante che, passando, commentavano e ridacchiavano. Tutta invidia! Oggi giornata di mare: solo spiaggia. Abbiamo speso 9 euro per un ombrellone, sempre “grazie” al mio eritema.
Dopo la giornata in spiaggia, siamo tornati in hotel, giusto in tempo per schivare un brutto temporale che ci ha impedito di andare a mangiare il famoso Chupi Chupi, consigliato dagli altri viaggiatori proprio qui su Turisti per caso. Ci siamo dovuti “accontentare” del solito buffet dell’hotel. Stasera a letto presto, che domani c’è la trasferta a Elche e bisogna alzarsi prestissimo!
Giorno 4: Elche, palme e rientro
Sveglia, come previsto, prestissimo. Fatte le valigie, abbiamo fatto il check-out (purtroppo era già ora!) e lasciato Alicante, e via verso Elche, la città delle 300.000 palme. Il nostro solito bar era chiuso; sembrava essere troppo presto. Siamo arrivati in città alle 8:30 circa ed era tutto chiuso. Abbiamo deciso quindi di ottimizzare i tempi e andare direttamente a Elche e fare colazione là. Poi però abbiamo trovato una meravigliosa pasticceria proprio di fronte alla stazione dei treni e non abbiamo resistito a fare il pieno di paste. In stazione ci sono le macchinette automatiche e ci siamo fatti i biglietti per Elche. Per arrivarci bisogna prendere il treno diretto a Murcia. In 20 minuti abbiamo raggiunto Elche e abbiamo scoperto che c’era un treno ogni ora per tornare indietro. Perfetto!
Abbiamo passeggiato lungo le strade della città fino ad arrivare all’Huerto del Cura. L’entrata costava 5 euro, ma noi abbiamo fatto il biglietto studenti a soli 3 euro. Lo spettacolo era unico: c’erano un sacco di palme stranissime, tantissime piante grasse dalle dimensioni mai viste e qualche bellissimo pavone. Dopo un’oretta siamo usciti dal giardino con un sacchetto di datteri e qualche seme di palma nella speranza di riuscire a farne crescere una a casa! Dopo aver visto il giardino, abbiamo seguito la Ruta del Palmeral, un percorso in mezzo alla città lungo solo 2350 metri da dove eravamo noi. Abbiamo finito il nostro percorso alle 12:30 circa e abbiamo deciso di provare a prendere un treno che sembrava esserci alle 13:15 per andare a mangiare il Chupi Chupi, dato che non eravamo riusciti a mangiarlo il giorno prima. Arrivati di corsa in stazione, ci siamo accorti che quel treno oggi non passava; il prossimo era alle 13:50. Abbiamo aspettato, ma siamo arrivati tardi per il Chupi Chupi. Abbiamo trovato un altro ristorante e ci siamo gustati il nostro ultimo pasto alicantino: paella negra e tapas. Abbiamo speso 27 euro a testa, ma dai, era l’ultimo pranzo! Ci poteva stare! Finito il pranzo (ormai alle 16:00), siamo andati a fare merenda al nostro bar e abbiamo preso un Batido de Turron (frappé al torrone, che sembra essere una specialità del posto).
Dopo la merenda, abbiamo fatto una passeggiata verso il Casinò, ma il tizio che faceva la guardia lì davanti ci ha intimidito un po’ e abbiamo deciso di non entrare. Abbiamo optato allora per un’ultima passeggiata a bordo mare, ci stava tutta e così abbiamo salutato anche la spiaggia che, essendo sabato, era iper-affollata! A quel punto siamo tornati in hotel a prendere le valigie e siamo partiti verso l’aeroporto. Il nostro mini-viaggio era già finito purtroppo, ma è stata una pausa veramente molto gradita e Alicante non ha certo deluso le nostre aspettative.
