Alla scoperta dell’Albania: da Nord a Sud

Dieci giorni in auto e a piedi con trek sui monti del Nord, in relax sulla Riviera, in visita alle magiche città interne, fino all'estremo Sud. Il racconto della nostra Avventura
Scritto da: laurasergio
alla scoperta dell'albania: da nord a sud
Partenza il: 14/07/2017
Ritorno il: 25/08/2017
Viaggiatori: 2
Spesa: 500 €
14 luglio 2017. Oggi inizia il nostro nuovo viaggio, méta Albania. Curiosità e ancora curiosità. Leggiamo che c’è tutto: città, mare, monti, cultura e storia e tradizioni.

Non abbiamo programmato ancora nulla, come al solito! Solo il volo a/r con Bluepanorama da Bergamo e il noleggio auto con Alamo. Il volo è ottimo, pieno di albanesi che se ne tornano nella loro terra natìa per le vacanze. Fa un po’ specie pensare a 20-25 anni fa, quando a noi italiani faceva paura e apprensione vedere la massa di albanesi che voleva invadere la nostra Italia… ora chi se li fila più. E chissà se fra 25 anni succederà così anche con i nigeriani che ora stanno infestando le nostre strade di Milano chiedendo la nostra elemosina. Prima gli eritrei poi i marocchini poi gli albanesi, i romeni e ora altri africani: noi italiani viviamo sempre di paure e ci facciamo un sacco di spatùrnie, quando l’unica cosa che bisognerebbe far funzionare è la legge, sia per gli immigrati che per gli italiani. Comunque atterriamo, in 10 minuti noleggiamo e usciamo, 400 euro di franchigia… speriamo di non avere problemi in questi 10 giorni. Ci dirigiamo subito verso Nord, sono già le 5 del pomeriggio e decidiamo di fermarci sul mare a Schengjin: spiagge e palazzi sul mare, più lontano sulla costa ci fermiamo al HotelLagunaPark, in effetti dietro c’è la laguna, il mare è carino, attrezzato con ombrelloni per gli amanti di questo tipo di vita vacanziera. Di sera si alza una nuvola di zanzare, ceniamo in riva al mare con un bellissimo orizzonte, ma le zanzare non aiutano. Per cena pesce freschissimo e zanzare, verdura appena colta e zanzare, musica di sottofondo tipico da costa greca, piccola stanza con aria condizionata, non perché faccia caldissimo ma le finestre non si possono aprire causa prelievo di sangue… insomma notte non facile, ma ce l’abbiamo fatta, ora più tranquilli e sazi, ripartiamo per il nord e Scutari e le montagne.

Skodra – Koman – 15 luglio 2017 Ci svegliamo con calma, dato che da quando albeggia si dorme bene e si recuperano le energie e si cancella la stanchezza. Facciamo colazione e paghiamo per la nostra stanza, la cena e la colazione 53 euro. Partiamo verso Scutari, o Shkodra in albanese. Viaggiamo per fortuna in senso inverso al traffico, perché una marea di auto si dirige verso il mare: è week-end anche per gli albanesi. Shkodra, o almeno il suo centro, è molto carino. Troviamo un bancomat di Intesa, dove preleviamo la moneta locale Lek, facciamo spesa in un minimarket e incontriamo un 32enne albanese, Carlo, che parla l’italiano davvero molto bene, siamo persino increduli che non sia mai stato in Italia e l’abbia imparato dalla tv; utilizza alla perfezione gerghi, espressioni, parolacce e modi di dire. È un ragazzo che vive in notturna e conosce tutti. Ci spiega un po’ di Scutari, non è mai stato a Koman, e ci accompagna all’ostello, molto carino, dove non sarebbe male passare una notte. Fa davvero caldo e decidiamo di dirigerci a Koman, verso le montagne, anche se non è ancora chiaro come affronteremo il giro nei prossimi giorni, dato che la proposte classica delle agenzie locali è quelle di lasciare l’auto a Skodra. Ci accorgiamo presto che con la propria auto è un po’ complicato, la strada è sconnessa e si percorre piuttosto lentamente. Qui i turisti vengono di solito trasportati perché poi si fa il giro antiorario, a piedi fino a Thethi , oltre il passo fino a 2000 mslm e di nuovo a Shkodra con pulmino. In realtà ci tenevamo a lasciare la città calda e affollata per dormire già fuori dal mondo: infatti Koman non è altro che l’attracco per i ferry, subito fuori dal tunnel, con unico alloggio molto spartano che si affaccia in bilico sulla diga, con un rudere di hotel e ristorante annesso. Il paesaggio è meraviglioso. D’inverno qui è tutto necessariamente disabitato. Ora è molto ventoso, un canyon ricoperto dall’acqua della diga, utile per l’energia e per l’irrigazione: poche luci, una decina di persone, cigola tutto; strano e particolare, un po’ sinistro. Forse ci sono i fantasmi o Jack Nicholson fuori, in effetti la porta della nostra stanza è senza chiave, chissà… buona notte.

Koman lake – Valbona – domenica 16 luglio 2017 Nottata piena di vento e di rumori, scricchiolii, ma abbiamo dormito lo stesso bene. Alle 8 ci caricano la Punto sul ferry, piccolo e proprio di ferro e piano piano lo riempiono come una scatola di sardine, tanto che è impossibile persino camminare tra le jeep e occorre scavalcarle camminando sulle ruote. La giornata è coperta, pare che prometta acqua, ma per fortuna questo non succederà. Il ferry parte in orario, sono quasi quattro ore di navigazione: il canyon è molto lungo e spettacolare talvolta molto stretto con pareti a picco, il vento spira fortissimo. Rimaniamo fuori, sul tetto del ferry, insieme ad una coppia di italiani conosciuta per caso ieri a Skodra. È qualcosa di unico. Arriviamo quasi all’una e ripartiamo con la nostra auto verso Valbona, ottima strada, montagne imponenti e turismo in crescita. Ci sono tante guesthouse e tante in costruzione, ma pare che riescano a non rovinare lo scenario. Scegliamo il nostro alloggio, su indicazione dell’ostello di Skodra, da Arben, personaggio gioviale e simpatico che si occupa del campo e della nuova casa in costruzione, con moglie musulmana che lavora tutto il giorno per gli ospiti e il lauto incasso. La loro casa è nascosta nel bosco oltre il fiume: 20 euro a testa con pranzo, cena, notte, colazione e sacco picnic per il giorno dopo! Dormita rilassante e prima del tramonto facciamo un giro in fondo alla valle, e programmiamo i prossimi giorni, percorriamo i circa 4km su carrareccia comoda, fino a Kukaj, piccolo villaggio ai piedi delle montagne dove un gruppo di giovanissimi sta montando delle tende fra le galline che scorazzano e i covoni di fieno. verso il tramonto le cime delle montagne paiono infuocarsi, creando suggestivi effetti luminosi. Al ritorno vediamo che il nostro alloggio si è riempito di bella gioventù da tutto il mondo, Nuova Zelanda, Israele, Spagna, Olanda, Germania, Australia. Si cena tutti insieme sotto le stelle. La famiglia è molto ospitale e ci riempie di buon cibo. Per fortuna siamo soli nella stanza, pur dotata di 4 letti. Il resto dei giovani è assiepato in una camerata con letti a castello. Bagno unico per tutti, difficile lavarsi.

Valbona – Thethi – 17 luglio 2017 Giornata del lungo trek tra Valbona e Theth. Facciamo una mega colazione e poi svuotiamo gli zaini per portarci solo l’indispensabile per la passeggiata e una sola notte fuori. Il cielo è coperto e forse è meglio così per camminare freschi, abbiamo però un piccolo timore di pioggia. Si parte con Billy, il neozelandese e la coppia di italiani che accompagnamo all’inizio del sentiero, ma con le loro gambe vanno molto spediti e restiamo subito indietro. Il sentiero è bello, a parte i primi 40 minuti di greto sassoso di un fiume in secca. Poi si inizia a salire ripido per circa 900 metri di dislivello. Da questa parte la montagna è piuttosto aspra e in alcuni punti tira parecchio. Arriviamo al passo e decidiamo di proseguire anche se è ovvio che dovremo rifarci lo stesso sentiero domani o dopodomani in senso contrario per recuperare l’auto. Inizia da questo lato la parte boscosa di abeti e poi di faggi. La discesa è molto lunga, per fortuna con un provvidenziale bar-café in posizione ideale, dove ammiriamo il paesaggio e ci concediamo una sosta; alla fine però il sentiero è brutto, sconnesso e sassoso, come all’inizio, faticosoooo. Thethi è una cittadina strana, non esiste nessun paese nel senso che intendiamo noi, solo alcune case sparse qui e là e alcune strade sterrate molto sconnesse; una chiesetta è stranamente circondata da prato adibito a pascolo per mucche, cavalli, maialini, pecore e dispone di una rete da pallavolo, forse unico intrattenimento per i giovani del luogo. Molte delle case sparse sono trasformate in guesthouse, alcune nuove e carine, altre delle vere catapecchie, un tentativo di conversione al turismo dettato dalla necessità di arrotondare gli incassi. Andiamo da Pieter, dietro indicazione di Arben. La nostra guesthouse non è delle migliori, ma ci va bene lo stesso. Ritroviamo Billy, arrivato lì molto prima di noi. Siamo stanchini e ci riposiamo in attesa della cena, che arriverà copiosa, troppo copiosa. Come ieri sera ci spiace lasciare il piatto mezzo pieno, non mi rendo conto che è troppo e la nottata sarà un calvario. Theth è sicuramente caratteristica, l’asfalto non esiste, tanti animali da fattoria liberi di andare dove vogliono, montagne alte da tutti i lati, insomma una enclave probabilmente completamente non abitata e non raggiungibile d’inverno.

Thethi – 18 luglio 2017 Dopo una nottata molto difficile, trascorsa sempre in bagno per intestino e stomaco sottosopra, la giornata di oggi è passata completamente a digiuno, che forse ogni tanto fa anche bene. Solo acqua e riposo per riprendersi. Eravamo in due in questo stato, io e Billy, il neozelandese di 25 anni, a cui il dottore, chiamato da noi dato il suo stato, ha dovuto fare una endovena per reintegrare le forze. Io me ne sono stato tranquillo a riposare e bere, mentre Laura cercava di capire come organizzarsi per il giorno dopo, ma anche lei non era in forma. La nostra auto era da recuperare nell’altra valle, fare il giro lungo la strada, fino a Skodra e di nuovo Koman, ferry e ancora auto, sembrava davvero lungo, salire di nuovo il passo sembrava impossibile in queste condizioni. Ci siamo aperti tutte le possibilità, persino il cavallo fino al passo.

Di nuovo a Valbona – 19 luglio 2017 Stanotte è filato tutto liscio, mi sentivo bene, in forze anche se non avevo mangiato nulla il giorno prima e alle 5.30 del mattino ho preso la decisione di tornare a Valbona a piedi, mentre Laura sarebbe tornata a Shkodra in auto… con Billy e un’altra coppia neozelandese, abbastanza distrutta. Sono partito alle 6.15 e è andato tutto bene, alle 12 era già in una guesthouse a farmi una doccia , stavo benissimo ed è una soddisfazione riprendersi così velocemente e non mollare mai, almeno finché si può. Laura intanto, insieme agli altri si è fatta portare a Shkodra e poi di nuovo a Koman e si è rifatta lo stupendo canyon, stavolta con il sole e con altre temperature e scenari. Io sono riuscito ad andare a prenderla con l’auto e a riportala a Valbona dove abbiamo finalmente usufruito di una bella doccia e di un po’ di riposo su un letto decente e della nostra intimità che ci manca sempre. Poi c’è persino il wifi e ci colleghiamo con i nostri amici, lavoro, interessi e figli. Figli lontani, in movimento ma che sentiamo vicini e uniti e contenti, e questa è la migliore soddisfazione. Stasera cercheremo di stare leggeri con la cena. Gli albanesi offrono una marea di roba, sono gentili e cordiali, brava gente; certo in montagna è sempre così, ma quando uno della mia età mi ha chiesto come mai gli italiani sono o sono stati diffidenti nei loro confronti, non so proprio cosa rispondere, ora che ci sono i collegamenti aerei, navali, ed è normalissimo, come i cinesi o i marocchini o gli ucraini.

Berat – 20 luglio 2017 Dolce, dolcissimo risveglio, finalmente su un letto degno di questo nome. Partiamo, senza fare colazione: l’alloggio è bello, ma il personale non è molto disponibile e pare che chiedere un semplice tè sia una cosa strana. Lo troviamo in valle, davanti alle belle montagne, il cielo azzurrissimo. Spiace lasciare questa bella valle paradisiaca. Partiamo per Berat, ma non abbiamo contato bene i chilometri sulla cartina che, casualmente abbiamo trovato il primo giorno abbandonata all’aeroporto. La scorciatoia per Berat, senza rifare il Koman lake con il ferry, è in realtà un’allungatoia. Tanti chilometri, senza fine, pur in un paesaggio bellissimo e assolutamente solitario. Percorrere 100km così in 4 ore è davvero sfinente. Ormai siamo in ballo: ci fermiamo solo per acqua e benzina al primo distributore, appena raggiunta l’autostrada che in un baleno, finalmente ci porta a Berat. Riflettiamo sulla scelta iniziale di lasciare Skodra: è stata un po’ una spinata, ma per fortuna non abbiamo fretta e possiamo anche perdere una giornata così, anche se stancante soprattutto per Sergio che guida. A Berat troviamo un super alloggio tramite la nostra guida Insider: una sistemazione inaspettata e graditissima, nel cuore storico della città. Una tipica casa ottomana con vista sulla valle. La stanza n° 7 piccola, con bagno interno mignon e grande vetrata e biancheria profumata, è perfetta in tutti i particolari. Accoglienza eccezionale, con ospiti parlanti buon italiano: una bella coppia! Colazione abbondante e gustosa. Il tempo per riprenderci dal lungo viaggio in auto e siamo ancora fuori, sulla bella via animata, la Bulvardi Republika, un crocevia di persone: luogo privilegiato per la Movida cittadina, è un susseguirsi di locali. Abbiamo percorso il vialone affollatissimo in occasione del Festival Multiculturale che ha ospitato anche una serie di cantanti e musicisti, con orchestra tutta al femminile. Bello vedere la gente del posto, gruppi di anziane donne da una parte, uomini dall’altra, scacchisti, bambini. giovani alla moda. Credo che ci siano poche città al mondo dove, nella piazza principale, in fondo all’imponente Bulevardi, trovi: la moschea, la chiesa ortodossa, la chiesa cattolica, il monumento comunista, l’hotel, la banca tedesca, il casinò, il supermercato. Ceniamo al di là del fiume, al ristorante Antigoni: ben visibile dal quartier Mangalemi, si trova oltre il fiume, proprio di fronte al ponte nuovo, ci ha attratto per la sua bella posizione. Organizzato su più piani (bravissimi e giovani i camerieri in continuo saliscendi con piatti in equilibrio) consente di ammirare la città, il fiume, il ponte nuovo da una bella prospettiva. 

Gjirokastra – 21 luglio 2017 La musica a palla del festival Multiculturale per fortuna è finito presto. Ma hanno poi iniziato i latrati dei cani… abbiamo comunque dormito bene, nel comodissimo letto, svegliati dal canto dei piccioni “collezionati” da Nasho. Facciamo un giro per la città, presto con le prime luci e colori sulla città museo che si sta svegliando, compresi coloro che usano il cavallo per le strette vie acciottolate della città vecchia. Approfitto per fare un disegno: in questa vacanza mi sono accorta che è molto piacevole fermarsi, e provare a mettere giù uno schizzo del paesaggio che si trova di fronte, è come guardarlo meglio, con tutti i suoi particolari. Ottima colazione e altra dormita nella stanza alcova… siamo sballati. Giriamo ancora per le vecchie vie della città che ci portano al Museo Etnografico, un affresco sulla storia multiculturale della città: la casa è molto ben tenuta, in ogni piano si trovano chiari fogli plastificati esplicativi in ogni lingua. Arredi e particolari e telai ben conservati: un vero salto nel passato, quando gente di diverse religioni viveva e conviveva in Pace. Fa caldo, è ora di partire per Gjirokastra, o Argirocastro, inclusa fra i patrimoni dell’Umanità, come Berat, costruita su un colle che domina la valle. Ci procede verso Sud, verso il caldo, attraversando paesaggi ondulati e fiumi e campi coltivati e città caotiche. Riusciamo a prendere una spiacevole multa di 1000Lek (=7E.) pagata subito dal tabacchino, per un sorpasso. Contestabilissima, ma è difficile capirsi. Finalmente, accaldati, arriviamo al KotoniB+B, dove avevamo la prenotazione fatta da Nasho di Berat. Carino, accogliente, ma niente di minimamente paragonabile alla casa ottomana di Berat. Usciamo per la visita alla città e ad un bar si avvicina il sig. Cimi, che parla bene l’italiano e vuole ascoltare, ma soprattutto raccontare. Ci accompagna piano piano verso il Castello-fortezza-carcere, e continua a parlare, in un italiano perfetto, dei tempi del comunismo quando non mancava nulla: solo la Libertà. Mancava persino la libertà di ascoltare la radio o la tv, che in molti però ascoltavano di nascosto. E la radio è stata la sua maestra di italiano utilizzato quando, non potendo più insegnare il russo, ha potuto diventare insegnante di italiano! Peccato che nel 1977, un vicino l’ha visto che ascoltava alla radio le canzoni di Celentano – proibite!!! – e ha fatto la spia … Si è beccato così due settimane di carcere. Appena arrivata a casa ho scritto a Celentano, spero proprio mi risponda. Insomma, questa città ci resterà impressa soprattutto per questo motivo e per il sig. Cimi che ci ha aperto gli occhi su una storia difficile da credere e tutto sommato abbastanza recente.

Butrinto e le spiagge – 22 luglio 2017 Riusciamo ad anticipare l’orario previsto per l’abbondante colazione che ci servirà come base energetica per tutta la giornata. Lungo la strada facciamo una breve deviazione su strada sterrata per andare a visitare il Blue Eye, una sorgente d’acqua sotterranea che genera in superficie una pozza d’acqua limpida e fresca: il suo centro è di colore blu acceso. Tutto intorno un’insolita oasi verde, semitropicale. Ci dirigiamo decisamente verso Butrinto, il sito archeologico su posizione strategica! Fra mare e laguna ed eucalipti, con bel teatro greco, battistero e basilica paleocristiana, castello veneziano! Da qui, pare ci siano passati proprio tutti, nella storia, ed è comprensibile. Ksamil: è giunta finalmente l’ora di un bel bagno, vicino al “Giardino di Zoi”. La piccola spiaggia di sabbia è piena con un uovo e la musica va a palla: solo in acqua si sta bene. Decidiamo di andare alla ricerca di un’altra spiaggia meno affollata: la troviamo a Bunec. Qui incontriamo di nuovo la giovane coppia di simpatici italiani LucaAlessandra con cui trascorriamo il resto della giornata in spiaggia fino al tramonto sul mare e cena insieme e alloggio “doma” spartano minimalista.

Porto Palermo e dintorni – 23 luglio 2017 Nella “doma” dove abbiamo preso due camere, con i nuovi amici abbiamo fatto colazione secondo un concetto che ci è lontano, guardando i locali bere caffè e raki! Ancora oggi vita da mare e tanti bagni per poi spostarsi per Porto Palermo, dove ri-salutiamo gli amici e torniamo al mare. Una bellissima coppia giovane. Cenetta a base di pesce sul bel lungomare moderno di una cittadina vicino a Porto Palermo, con vista sul tramonto, e lunga passeggiata fra la gente del posto che ignora perlopiù la storia di 25 anni fa e vive tranquillamente in un paese nuovo, moderno, che sta organizzandosi secondo canoni contemporanei, mantenendosi legata alle proprie tradizioni. Alloggiamo in un EcoLodge – bungalow surriscaldato – a Porto Palermo. In realtà io sposto il materasso all’esterno e dormo sul terrazzino, sotto le stelle.

Verso Tirana – 24 luglio 2017 Bagno a Porto Palermo e poi altra spiaggia, Lidah, semiaddormentati sotto provvidenziali gazebo a disposizioni di tutti. Spiace partire, ma dobbiamo arrivare a Tirana che non è proprio così vicino. Ci arriviamo sfiniti alle 18.30: troviamo subito l’ottimo alloggio consigliatoci da LucaAle; abbiamo speso solo 20e. per un appartamento completo, e siamo in centro a Tirana!! La città è bella, moderna, vivace, trafficata, giovane, colorata. Bellissima la piazza Skanderberg con il sole che cala proprio in mezzo alle case, in fondo al vialone. La piazza ospita una moschea ottocentesc, la Torre dell’Orologio, il Palazzo della Cultura in stile sovietico e il Museo Storico Nazionale ormai chiuso, con un suggestivo mosaico frontale “Gli Albanesi”, dove una donna guida il popolo. Da terra numerose fessure fanno uscire di continuo piccoli provvidenziali getti d’acqua che rinfrescano e tengono pulito. C’è una bella folla.

Ceniamo al Parku Rinia, una bella oasi, con tanto verde e fontana e ristoranti.

Back home – 25 luglio 2017 Il tempo per un ultimo giro con tranquillo caffè e briosche. Meno male qui la colazione è “normale!! La città si sta svegliando. Ci sarebbe da girare ancora, oppure rimanere qui e vedere passarci davanti il mondo. Questo mondo di gente che ci sembrava così lontana e diversa ed invece abbiamo scoperto essere molto più vicino a noi italiani di quanto possiamo immaginare, a partire dalla lingua e dal modo di vivere. Una sorpresa generale, molto positiva.

COSTI: il costo della vita è molto basso. Si dorme in due con 20/30Euro e si può cenare con 10E. Non abbiamo mai avuto la sensazione di essere truffati, cosa che accade in alcuni paesi, a volte anche in Italia! LINGUA: abbiamo trovato moltissime persone che parlano l’italiano, perché hanno lavorato in Italia e sono tornati al loro paese, oppure perché l’hanno imparato guardando la Tv. STRADE: a parte il tratto sterrato da Skodra a Koman, e da Thethi a Skodra, percorsi in auto molto lentamente, le strade sono belle e scorrevoli con numerosi chilometri di autostrada. CORTESIA: accoglienza, sorriso, cordialità, sorriso, disponibilità e gentilezza sempre al top!



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