Albania: una terra da scoprire

Magnifica vacanza sulle coste albanesi tra baie e mare azzurro
Scritto da: Lisa Chiefa
albania: una terra da scoprire
Partenza il: 11/07/2017
Ritorno il: 19/07/2017
Viaggiatori: 2
Spesa: 500 €
Era da tempo che pensavamo di affacciarci in Albania, tanti conoscenti albanesi che ce ne parlavano con entusiasmo e, un po’ per curiosità, un po’ per sfidare i preconcetti, io e Paolo abbiamo comprato il biglietto aereo.

Siamo partiti da Pisa il giorno 11 luglio con la Compagnia Blu Panorama alle ore 18,50 con arrivo a Tirana alle 20,15. Atterrati in perfetto orario abbiamo noleggiato l’auto precedentemente prenotata dall’Italia, una Skoda benzina 1200 che ci ha dato grandi soddisfazioni in termini di comfort e di consumi (800 km con 60,00 euro di benzina). L’aeroporto e la città di Tirana distano circa 20 km e l’abbiamo percorsa in 30 minuti. Alcune cose da tener conto: rispettare i limiti di velocità, guidare con i fari accesi anche in pieno giorno, sapere che il navigatore non prende bene il segnale nella città di Tirana e soprattutto, ma non c’entra niente con la guida, si paga tutto in contanti, sia alberghi che ristoranti!

Abbiamo alloggiato all’Hotel Boheme in pieno centro città prenotato con Booking. È posto al decimo e ultimo piano di un palazzo con ascensore panoramico e altro ascensore per l’auto! L’albergo è veramente bello e confortevole con prezzi strepitosi (in 2 con prima colazione inclusa 48,00 euro) e colazione sulla terrazza a vetri. Il personale è gentilissimo e parla italiano. La sera stessa dopo aver lasciato le valigie ci siamo incamminati per il centro città e abbiamo scoperto una città effervescente, metropolitana, piena di locali nuovi e gente giovane. Abbiamo attraversato un po’ di stradine sino ad arrivare nel ristorante del Casino’ per cenare all’aperto con un piatto a base di pesce (costo totale 27,00 euro in 2). Siamo arrivati sino alla piazza centrale, piazza Skanderbeg, dove si può ammirare l’antica Moschea Ethen Bey, visitabile di giorno gratuitamente, il Museo di Storia Nazionale, visitabile al costo di 3 euro a persona sulla cui facciata si può apprezzare un mosaico simbolo dell’ Albania, la torre dell’Orologio e dove abbiamo potuto ascoltare la musica di un orchestra sino all’una di notte. Tutto molto suggestivo! Lasciata la piazza abbiamo percorso nuove strade per tornare in albergo apprezzando la pulizia e l’ordine.

Al mattino, dopo la colazione sulla terrazza panoramica, siamo ritornati in centro per comprare una scheda con traffico dati con la compagnia Eaglemobile al costo di 3 euro per 5 GB e abbiamo visitato il bunker antiatomico Bunkart con annessa mostra contemporanea, il Museo Nazionale e il maestoso mausoleo di Hoxha a forma di piramide, visitabile solo all’esterno. La città, di giorno si è presentata ai nostri occhi come un piccolo gioiello ben curato, pulito e ordinato.

Verso l’ora di pranzo abbiamo preso la macchina e ci siamo diretti verso Durazzo, città distante 30 km che costeggia l’Adriatico. Non ci siamo fermati, l’impatto non è stato così piacevole, un po’ sporca, strade non asfaltate, traffico caotico. Abbiamo deciso di proseguire e di andare in direzione Orikum. Percorsi circa 130 km, che in ore si traducono in 2 ore di viaggio per i limiti di velocità e la qualità delle strade, siamo arrivati alla seconda nostra destinazione, l’Hotel Blu Paradise, albergo solitario di fronte al mare, prenotato con Booking, dove la spiaggia di sassolini rende l’acqua trasparente e dove si può apprezzare un tramonto magnifico. Sia l’albergo, i gestori e il mare sono risultati al di sopra delle nostre aspettative. La Sig.ra Mimosa ci ha preparato una cenetta deliziosa a base di pesce, ha spento tutte le luci del porticato, lasciandoci inebriare dal tramonto e dalla dolce musica di sottofondo.

Il mattino seguente dopo colazione abbiamo potuto usufruire dell’ombrellone e dei lettini compresi nel costo della camera (42,00 euro camera, colazione ed ombrellone) e dopo 3 ore di mare abbiamo lasciato Orikum in direzione Drymadres. Abbiamo attraversato il passo di Llogara, un valico circondato da boschi di abeti, di pini e di felci, ambiente magnifico. Vista l’ora abbiamo deciso di pranzare in uno dei ristoranti che si trovano lungo la strada e sotto gli alberi al fresco abbiamo mangiato una insalatona greca e della buona carne alla griglia.

Con molta calma ci siamo incamminati verso la nostra meta e di colpo si è aperto un bellissimo scenario: abbiamo rivisto dall’alto una parte di costa che si affaccia sul Mar Ionio. Da qui la lunga discesa verso Drymadres. Raggiunto l’albergo Summer dream, posto sulla spiaggia, ci siamo immersi nelle acque limpide e cristalline. Come ad Orikum ombrelloni e lettini compresi nel prezzo e tramonto visto attraverso un foro tondo della roccia, uno spettacolo! La cena l’abbiamo consumata in uno dei tanti ristoranti lungo la spiaggia, rigorosamente a base di pesce.

La mattina dopo ci siamo diretti a Gijpe, il posto più bello e naturalistico visto sinora. È una spiaggia in una baia con mare caraibico con alle spalle un canyon profondo percorribile a piedi. Per raggiungere la baia abbiamo dovuto camminare circa 30 minuti sotto il sole cocente, costeggiando numerosi bunker, ma ne è valsa la pena. Posto consigliatissimo se si ama il silenzio, la calma e la natura. È consigliabile parcheggiare l’auto alla fine della strada asfaltata vicino a un monastero dove una signora, al costo di 2 euro, custodisce le auto. Al costo di 4 euro abbiamo affittato un ombrellone con lettini indispensabili per affrontare il sole della baia e per pochi euro abbiamo pranzato al bar-ristorante lì presente. Dopo aver fatto bagni di sole e di mare verso le 17,00 ci siamo rimessi in cammino direzione Ksamil. Viaggiando lungo la costa abbiamo visto Porto Palermo con la sua fortezza e la baia con il bunker profondo 650 metri dove si riparavano i sottomarini.

Alle 20.00 siamo arrivati a Ksamil dove abbiamo trovato una penisola effervescente. Un lungomare pieno di ristoranti, musica e gente a passeggio. Onestamente troppa confusione per le nostre orecchie considerando il precedente silenzio di Gijpe. Ci fermiamo a cena in un locale fronte mare e lì conosciamo due coppie di italiani a cui consigliamo cosa non mangiare. Avremo il piacere di reincontrarli il giorno dopo sull’isola che c’e’ di fronte Ksamil, trasportati da una piccola imbarcazione al costo di 15 euro. La scelta di andare lì non è delle più felici. Troppa gente in un fazzoletto di spiaggia ‘pavimentata’ di lettini e nessuna possibilità di spostarsi. Decidiamo di farci venire a prendere prima del tempo fissato e torniamo a casa per un riposino. Verso le 18,00 decidiamo di andare a visitare Saranda, città tanto decantata dagli amici albanesi per la sua bellezza. A parte il traffico intenso e difficoltà di parcheggio, abbiamo percorso a piedi tutto il lungomare, sicuramente ben curato, verdeggiante e pieno di turisti e gente del posto, ma per noi non all’altezza della descrizione ricevuta. Decidiamo di cenare e di ritornare a Ksamil dove ci riappropriamo del silenzio della nostra terrazza e dell’unico suono che e’ il canto dei grilli.

La mattina seguente dopo aver salutato la signora che ci ospitava e che per gentilezza ci aveva offerto susine, pere del suo orto e cozze sgusciate(!) partiamo alla volta di Butrinto a circa 3 km da Ksamil, ricco parco archeologico e museo che custodisce i resti di una fiorente colonia greca, poi romana, bizantina e ottomana. Consigliamo vivamente di visitarlo con la dovuta calma, almeno 3 ore. Merita.

Dopo pranzo ripartiamo verso nord, cercando di accorciare le distanze da Tirana per i 3 giorni che mancano alla nostra partenza. Decidiamo di fermarci lungo la strada che costeggia il mare a Borsh per circa un’oretta e poi riprendendo il viaggio visitiamo il paese abbandonato di Qeparo. Molto suggestivo, poche case dismesse, alcune ristrutturate, dove le uniche figure presenti sono due signore anziane, rigorosamente vestite di nero, sedute su alcuni scalini a chiacchiera, che ci accolgono calorosamente e con cui faccio un foto. Emozionante! Ripartiamo e raggiungiamo Livadhi presso la casa vacanza Calliope. Ci piace talmente tanto questo posto che decidiamo di fermarci 2 giorni. La prima sera facciamo una lunga passeggiata lungo la spiaggia (con bunker) e apprezziamo la calma ed il silenzio che offre questo posto. Ceniamo in un ristorantino sul lungomare e torniamo nel nostro alloggio.

La mattina seguente prendiamo una stradina sterrata sulla parte destra della spiaggia che sale fino ad un bunker oltre il quale il percorso è segnato. Lo seguiamo lungo tutta la costa, nella macchia mediterranea, sino a giungere su una strada più larga, sterrata, che dopo circa 3 km ci porta in una caletta fantastica. Noi e poche altre persone, acqua cristallina e silenzio. Ma non siamo gli unici ad aver pensato a questo posto e quando il sovraffollamento diventa eccessivo decidiamo di rientrare facendo un anello che ci riporta al punto di partenza. Ci spiaggiamo come due balene sotto l’ombrellone e ci godiamo sole, mare e brezzolina. Verso le 18,00 decidiamo di vedere il tramonto ad Himare alto, un paese sulla cui cima ci sono i ruderi di una fortezza diroccata. Anche questo posto molto suggestivo. Torniamo per cena a Livadhi a gustarci la bellezza del lungomare.

La mattina seguente ripartiamo in direzione Valona e lungo il percorso rivediamo le indicazioni per Gijpe. Io e Paolo senza pensarci un attimo sterziamo lungo la stradina asfaltata e arriviamo al parcheggio custodito, questa volta con l’intenzione di raggiungere la baia ripercorrendo a piedi i 3 km dell’asfalto per prendere il percorso in alto dove un cartello in legno indica Gijpe beach. Siamo convinti che si possa entrare dall’alto nel canyon per poterlo percorrere sino alla spiaggia; non è così ma la stradina nella macchia ci permette di costeggiarlo dall’alto e affacciarci su di esso da punti panoramici. Spettacolare! Lungo il percorso incrociamo due italiani Paola e Maurizio con cui trascorreremo il resto della giornata. Una volta giunti sulla spiaggia, dopo esserci rinfrescati con un bagno rigenerante, aver letto il nostro libro e aver pranzato al barrino, decidiamo noi 4 di entrare nel canyon e percorrerlo a ritroso. Suggestivo: le pareti di roccia alte un centinaio di metri ci affiancano mentre maestosi sassi caduti dall’alto invadono il corso asciutto del fiume, impedendone il passaggio se non scavalcandoli con maestria o con corde prefissate. Ci sentiamo un po’ pionieri. Ripartiamo in direzione Valona dove alloggiamo all’Hotel Nina, consigliatissimo. Ceniamo li e per sgranchirci le gambe facciamo una passeggiata sul lungomare. Stanno investendo molto in termini economici in questa città, lungomare ben curato, strade larghe, piste ciclabili, campi sportivi (tennis basket pallavolo) aperti che si affacciano sul mare, insomma una vera sorpresa.

La mattina seguente non resta che fare ritorno verso Tirana, ma prima decidiamo di vedere la Moschea e il monumento dell’Indipendenza, e visto che ci avanza ancora del tempo ci dirigiamo verso il monastero di Zvernec (10 km) che si trova su un isola nella laguna omonima. Con nostra grande delusione il ponte è in rifacimento per cui dopo aver scattato due foto decidiamo di salire in macchina e procedere in direzione aeroporto.

Ci rilassiamo finalmente e in attesa dell’aereo ci guardiamo e ci diciamo che è stata veramente una bella vacanza, dinamica, varia, entusiasmante. Il proposito è di ritornarci per vedere la parte nord e il Montenegro.

Consigli utili: scarpine da scoglio, cappellino, zainetto, soldi contanti sia euro che LEK, scheda telefonica eaglemobile, auto.

Cosa non ci è piaciuto: il randagismo, la spazzatura disseminata ovunque anche nelle mete meno turistiche, segno di mancanza di cultura per l’ambiente.

L’Albania deve crescere sotto questo aspetto ma ha delle grandi potenzialità, è solo questione di tempo.

A presto

Lisa e Paolo



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