Vicini ancora lontani
Certo la maggior parte degli italiani associano l’Albania alle immagini degli sbarchi dei disperati nelle nostre coste ioniche, avvenuti negli anni novanta, poi il nulla… E se non non ne parla la tv !!!! Albania e turismo potrebbe sembrare un binomio difficile, una realtà stridente al limite del paradosso.
Invece se per una volta si oltrepassano i limiti del concetto tradizionale, e riduttivo, di turismo vacanziero e spensierato per giungere ad un legame più profondo, turismo – cultura, possiamo comprendere la scelta dell’Albania.
Un piccolo paese di origini illiriche che materializza il concetto di incredibile. Incredibile il volto umano, spesso disperato di esseri che esistono solo nei telegiornali o nella cronaca. Questo paese dimenticato dall’Europa che conserva straordinarie tracce del suo passato con ben tre siti riconosciuti dall’Unesco Patrimonio dell’Umanita’: Butrinti che racchiude e testimonia secoli di storia; Gjirokastra, la “città dei mille gradini” o “la città delle pietre”, Berat, conosciuta come la città delle mille finestre e dichiarata “città Museo”. Partiamo dunque per riscoprire questo paese geograficamente vicinissimo ma realmente molto lontano.
L’Albania può raccontare una lunga storia di continue invasioni, nel paese si sono avvicendati molti occupanti stranieri: dai greci ai romani, dai goti ai bizantini, ai bulgari, ai serbi, ai normanni, ai veneziani, agli svevi, agli angioini e infine ai turchi, è tutta una successione di genti, diversissime per origine etnica e per civiltà. Giorgio Castriota, detto Skandeberg, principe di Kruja, capeggiò una lega di nobili albanesi in una eroica e accanita lotta contro i turchi ma non riuscì a risvegliare un nazionalismo compatto.
Dopo la breve dominazione italiana all inizio della II Guerra Mondiale, gli albanesi combatterono la loro resistenza che portò il paese, nel dopo guerra, ad abbracciare il marxismo e a cadere sotto l’assoluto controllo di Mosca. Nel 1961 si verificò una brusca rottura con Mosca e l’avvicinamento alla Cina di Mao che portò squadre di tecnici cinesi nel Paese. Il dittatore Hoxha chiuse per decenni il paese in assoluto isolamento. Fino al 1990, cinque anni dopo la morte di Hoxha, l’Albania fu uno stato comunista estremamente isolazionista, con pochi contatti anche con gli altri stati comunisti. Una pseudo- democrazia sta emergendo oggi, ma la nazione soffre di problemi economici, per il grande numero di rifugiati albanesi provenienti dal Kosovo e per una atavica corruzione a tutti i livelli. Partiamo con volo Alitalia , in sei da Roma e Sette da Milano, c’è voluta l’unione di due t.O. Per poter formare il gruppo.
Ci attende Laura, la guida, ora di una agenzia privata di Tirana , al tempo era dipendente dell’agenzia unica di stato, laureata, figlia di Giudice ha vissuto il periodo del regime abbastanza bene, marito ingegnere, alcuni privilegi, tranquillità, tanto che ora rimpiange il passato, non nasconde la sua idea politica ci racconta la realtà odierna.
Adora il sindaco Edi Rama, il leader del partito socialista, che nel 2000 ha colorato i palazzi della capitale, ha abbattuto edifici abusivi e steso piani urbanistici Commentando le ultime elezioni ci dice: Ce l’ha fatta. Il rimpasto politico del premier uscente Sali Berisha ha vinto per un soffio, o per un broglio. Quindi a guidare l’Albania resta una casta sbiadita, sbandieratrice di progresso. Ma quale? La corruzione è ancora lì, il sistema giudiziario è inceppato, la difesa per i testimoni inesistente, il traffico di esseri umani e droga invece non ha mai smesso di girare. E poi ancora le questioni irrisolte delle proprietà, sequestrate sotto il regime comunista e riprese a casaccio dopo il crollo di Enver Hoxha, che ostacolano i potenziali investimenti esteri. E il leader del partito democratico ha ancora dei dubbi sul perchè la Commissione europea abbia bocciato l’idea di liberalizzare i visti per gli albanesi? Certo qualcosa di buono in questi anni lo ha fatto. Berisha ha saputo incassare 46 milioni di euro dalla Banca europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo e rimettere a nuovo l’aeroporto Nene Tereza (Madre Teresa, ndr.). Le quattro lamiere sono state sostituite da colonne dorsali d’acciaio e pancie di vetro, gli zingari e i ragazzini mutilati che chiedevano l’elemosina agli arrivi sono stati spostati qualche centinaio di metri più avanti. Il loro pezzo d’asfalto è occupato da una coda di tassisti improvvisati e poliziotti compiti. La sbarra si alza e fuori c’è di nuovo l’Albania, con qualche strada in più e qualche olivo in meno. Bathore, l’entrata settentrionale di Tirana, nessuno l’ha ripulita. Lì ci stanno kosovari e immigrati dalle regioni più povere del Nord dell’Albania. Non c’è acqua, non c’è luce, non ci sono fogne né strade, solo disoccupazione e mentalità asfissiate. Iniziamo il nostro tour dirigendoci subito verso il mare a Durazzo colonia greca del VII sec. A.C. , in epoca romana divenne il porto più importante dell’Adriatico orientale, con il nome di Dyrrachium. Proseguiamo per Ardenices l’antica Ardinica famosa per il monastero bizantino, qui il primo incontro traumatico: una vecchia ex contadina chiede l’elemosina, cosa assurda durante il comunismo.
Torniamo al mare a Valona La strada panoramica, asfaltata di recente, sale fino al colle di Logarese oltre i 1000 metri E continua il suo zig zag tra mari e monti e giunge a Himare. Un piccolo villaggio dell’interno, arrampicato su una collina, che ospita ancora le rovine dell’antica fortezza di Chimera da cui prende il nome.
La costa è frastagliata, scogliosa, con promontori che nascondono fino all’ultimo momento spettacolari spiagge lunghe chilometri, deserte, inimmaginabile è la limpidezza dell’acqua e un mare pulito e pescoso. Si nota la ex base di sottomarini Urss, poco prima di arrivare a Porto Palermo dove si visita il castello di Alì Pasha Tepelene, simpatica la guida locale, un signore ultra sessantenne che si vanta di aver imparato l’italiano (poco) guardando rete 4, camuffando l’antenna, incredibile per seguire Emilio Fede ha rischiato la galera.
Due notti a Saranda, città dove è evidente l’anarchia edilizia con cemento soffocante la bella baia sullo ionio trasparente con nello sfondo Corfù, ci permette due mezze giornate di relax mare e di visitare Butrinto, un’antica città edificata nella zona più alta della penisola di Xamil. Per il clima collinare in prossimità del mare, di un fiume e di un lago, fu scelta come residenza estiva da nobili e artisti romani. puntiamo su Gjirokastra (Argirocastro) dominata dalla trecentesca kala (cittadella) è uno dei centri più importanti dell’Albania, sorge sul fiume Drin. Della dominazione ottomana rimangono la moschea del Bazar e gli haman (bagni turchi). Proseguiamo verso nord per Berat vera città d’arte che colpisce soprattutto da un punto di vista estetico con moschee e chiese bizantine che hanno reso famosa come “città museo all’aperto”. Da Berat andiamoad Apollonia, paradiso degli amanti di archeologia. Situata su una collinetta distante pochi chilometri dal mare, sembra un’Atene in miniatura. Intorno al Portico grande, che ricorda la facciata del Partenone, sorgono il Buleuterion o Assemblea del Consiglio, i templi di Artemide e di Diana, l’Acropoli e il ginnasio. Proseguiamo sino a Gjirokastra (Argirocastro) dominata dalla trecentesca kala (cittadella) è uno dei centri più importanti dell’Albania, sorge sul fiume Drin. Della dominazione ottomana rimangono la moschea del Bazar e gli haman (bagni turchi). Non ci resta che raggiungere la capitale Tirana, fondata dai turchi, visitiamo il centro storico con i palazzi del periodo fascista, la costruzione piramidale di Hoxha, perenne offesa alle miserie del paese, è in stato di abbandono, in attesa di restauro e nuovo utilizzo, la piazza Scanderberg cuore della città, con l’opera, la moschea , la torre dell’orologio, il Museo di Storia Nazionale il Boulevard ed il cimitero degli eroi. In fine puntiamo su Kruja in montagna poco distante da Tirana, Visitiamo il museo dedicato all’ eroe nazionale Skanderbeu e dell’ antico Bazar .
Ottima la sistemazione alberghiera, i migliori hotel in ogni località, 4/5 stelle.
Buona la guida e tutto è riuscito bene nonostante il timore per eventuali ritardi dovuti al traffico litoraneo, aggravato dalla presenza degli emigrati che sfoggiano le auto semi nuove in particolare si notano le “mercedes E” nei tre modelli degli ultimi trentanni.
Esito positivo, come ci aspettavamo, in verità posso dire che non è per tutti il tour dell’Albania, si deve lasciare a casa ogni pregiudizio e leggere, documentarsi prima di partire, essere consapevoli di dove si va, altrimenti rovini il viaggio al gruppo. Claudio M.